Ai funerali della preside Elena Mondardini, il ricordo del professor Marino Mengozzi

Al termine dei funerali che si sonos volti oggi pomeriggio  nella chiesa di San Rocco, a Cesena, il professor Marino Mengozzi ha letto il ricordo che qui pubblichiamo.

Permettete alcune doverose parole per una donna che all’Istituto Magistrale “Immacolata” dapprima mi e ci fu preside: poi, inevitabilmente, fruttuosamente, amabilmente amica.

Molta gratitudine, di gran cuore, gliela dobbiamo in tanti: dapprima tutti noi che, insegnando al suo fianco, abbiamo imparato a insegnare e a educare guardando e ascoltandoviva preoccupazione di un’educatrice di solida formazione classica e umanistica, cresciuta e alimentata col sacro principio che «al ragazzo si deve il massimo rispetto»gliela devono la scuola che ha diretto e la Diocesi proprietaria di quella comunità scolastica che ereditava l’esperienza educativa delle Suore della Carità: se non altro per aver profuso, in lunghi anni e in sinergia con don Onerio Manduca (allora rettore del Seminario e docente di Religione), un servizio fedele e premuroso senza alcun compenso, per puro volontariato come si usa dire. Ma volontariato non è termine proprio e sufficiente a tradurre il contenuto, lo spirito, l’anima, l’elevato senso di missione che Elena aveva; e che si è sempre riverberato in una progressiva carriera, interamente vissuta e trascorsa nella scuola: dalla Media alla Superiore, prima nelle vesti di docente, poi in quelle di autentica dirigente scolastica, anche se di fatto non ha mai cessato d’insegnare.

Elena è stata una donna di scuola, di libri, di cultura, piena di desiderio giovane, ansiosa di esplorare, conoscere e sperimentare: e fu proprio sperimentando che si mise mano a quel progetto di Liceo Linguistico che per la prima volta nasceva in città, immediatamente gettonatissimo, con famiglie e genitori disposti a stazionare in camper anche per due notti, pur di avere garantita l’iscrizione del figlio.

Elena è stata una donna di tempra davvero d’altri tempi. Con lei nel lavoro educativo della scuola cattolica ci siamo impegnati, appassionati, divertiti persino, costantemente: accompagnati e guidati dal mitico e serissimo ispettore scolastico Arles Santoro, braccio destro per l’istruzione classica dell’allora Ministro, grande estimatore della professionalità di Elena.

Con lei abbiamo imparato anche a viaggiare e a comprendere l’enorme valore delle uscite scolastiche, per conoscere la grande bellezza dei luoghi, delle loro culture e della storia che li ha nei secoli modellati. Abbiamo vissuto esperienze originali e circostanze straordinarie: cito per tutte l’anno 1986, quando ad aprile organizzammo il Corso «Non omnis moriar». L’eredità dei classici tra educazione e cultura, e a maggio fummo direttamente coinvolti nella visita di san Giovanni Paolo II, che pranzò nella sede della scuola e che con Elena incontrammo e salutammo nella Biblioteca Malatestiana. Con lei abbiamo ragionato, messo in discussione, pregato, goduto e riso, imparando anche nell’ora dello sconforto, perché – così è la vita – non ci sono mancate le pagine dolorose, come le partenze precocissime e crudeli di Alberto Mondardini, suo nipote, e in seguito di Andrea Andreucci, storico docente e segretario dell’Immacolata.

Ora possiamo dire che il bilancio di questa straordinaria avventura educativa guidata da Elena ha segnato la storia della Cesena scolastica e la nostra storia professionale.

Cara Elena, al termine del tuo lungo e laborioso viaggio terreno ti diciamo tutto il nostro grazie: e con gli antichi ti auguriamo, nell’amato latino, Sit tibi terra levis! Domine, lux perpetua luceat ei!