Il vescovo Douglas alla Messa per i martiri innocenti: “Quando favoriamo la vita, teniamo vivo Gesù”

C’era tanta gente oggi pomeriggio per la Messa presieduta dal vescovo Douglas Regattieri nel giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria dei santi innocenti martiri. In questo giorno il primo ricordo va all’episodio del Vangelo, di quando il re Erode fece giustiziare tutti i bambini fino ai due anni di età per cercare di uccidere Gesù di cui gli avevano parlato i magi che poi non erano tornati da lui dopo averlo incontrato nella grotta, a Betlemme.

“Abbiamo celebrato la vita solo tre giorni fa, con il Natale – ha detto nell’omelia il vescovo Douglas – e ora siamo chiamati a celebrare la morte. Ma noi siamo certi che Cristo è davvero risorto. La morte di questi bambini rimane per noi ancora un mistero. Anche oggi Cristo è ucciso in diverse occasioni e in diverse maniere, in una lotta continua tra il bene e il male”.

Cristo ha vinto la morte, con la sua resurrezione e noi “siamo chiamati a mantenere viva questa vittoria – ha aggiunto il presule -. E lo facciamo ogni volta che favoriamo la vita, ogni volta che lottiamo perché trionfi il bene”. 

Nell’introduzione alla Messa, animata con i canti eseguiti da alcuni scout, Tania Mariani della comunità papa Giovanni XXIII ha ricordato i motivi per cui la Chiesa fa questa memoria. “La Chiesa ricorda i bambini di ieri e di oggi, vittime delle guerre, della violenza, della fame e dell’emarginazione sociale”. Poi ha aggiunto: “Vogliamo fare particolare memoria di tutti i bambini ai quali è stato impedito di nascere perché indesiderati o scartati, perché malati o non perfettamente sani. In particolare dei bambini che ogni giorno muoiono in guerra a Gaza, in Ucraina e in tante altre parti del mondo”.

Durante la preghiera dei fedeli è stato invocato l’aiuto del Signore  per i “piccoli concepiti e mai nati, per quelli sacrificati dalla cultura dello scarto e dalle procedure di fecondazione artificiale, per quelli oggetto di compravendita con la pratica dell’utero in affitto, per i bimbi uccisi con l’eutanasia legalizzata”. Poi ancora, “per i bambini che muoiono nelle guerre, che sono costretti a imbracciare un fucile, a giocare tra bombe e macerie, epr quelli uccisi dalla fame, dal freddo e dalla povertà estrema”. E infine per per i bambini violati dalla prostituzione, dallo sfruttamento sessuale e dalla pedofilia, sotto il peso del lavoro clandestino e schiavo, vittime di trupi interessi economici del traffico di organi”.

Prima della benedizione finale e del congedo, monsignor Regattieri ha ringraziato tutti i presenti e in particolare chi ha organizzato l’incontro: i responsabili della pastorale diocesana della famiglia, l’a comunità papa Giovanni XXIII, il Centro di aiuto alla vita e il movimento per la vita.