Diocesi
“Tutto suo padre. Gesù, il figlio di Giuseppe”, la meditazione di Avvento del vescovo Douglas
Tenerezza, obbedienza e silenzio. Attorno a questi tre elementi si svolge la meditazione di Avvento preparata dal vescovo Douglas in vista del Natale.
Il testo è stato diffuso domenica scorsa al termine della solenne celebrazione eucaristica durante la quale, in Cattedrale, monsignor Regattieri ha ordinato due nuovi diaconi, Cesarino Biondini, diacono permanente, e Enrico Venturi, diacono in vista del sacerdozio. (cfr pezzi a fianco).
“In questo tempo natalizio riusciremo a darci un po’ più di tempo per il silenzio, la preghiera e la contemplazione?”, si chiede il presule in chiusura di testo.
Tutta la meditazione è svolta sulla figura di Giuseppe, il padre putativo di Gesù. “Tutto suo padre” è il titolo, anche se il figlio, in questo caso Gesù, assomiglia di certo più alla madre. Ma “Gesù vive i tratti della spiritualità e della personalità di Giuseppe. In questo senso assomiglia a Giuseppe”, scrive il vescovo.
E Gesù era tutto suo padre nella tenerezza, nell’obbedienza e nell’ombra. “Gesù è stato il volto della tenerezza di Dio – annota il vescovo -. Chi vedeva lui, vedeva la tenerezza di Dio presente nel mondo. Dove avrà imparato Gesù questa tenerezza? Da Giuseppe. In questo egli era tutto suo padre”. E si vede bene la tenerezza di Giuseppe in due occasioni. La prima quando pensa di rimandare Maria in segreto a casa sua. La seconda, quando prende con sé Maria e il bambino per fuggire in Egitto. “Anche noi siamo chiamati a vivere la tenerezza – è l’invito del vescovo -. In questo mondo violento per tanti aspetti, anche noi dobbiamo imparare da Giuseppe”. Quella “rivoluzione della tenerezza” di cui parlò papa Francesco nel suo discorso in Cattedrale a Cesena il primo ottobre 2017.
Gesù è tutto suo padre anche nell’obbedienza. “Fino alla morte… e per noi è un esempio”, aggiunge monsignor Regattieri. Alla scuola di Giuseppe “Gesù imparò a fare la volontà del Padre. Tale volontà divenne suo cibo quotidiano”. Cosa farebbe Gesù al nostro posto, se fosse qui? Questo un criterio guida per la nostra vita. Assieme alla parola dei Vangeli. “È nella Parola infatti che noi troviamo la risposta giusta ai nostri comportamenti”. Obbedire vuol dire sottomettersi alla Parola, scrive il vescovo citando il cardinale padre Raniero Cantalamessa.
Infine i silenzi di Gesù, il suo essere tutto suo padre nell’ombra. A Nazaret Gesù non predica, ma vive nell’ombra di Maria e Giuseppe. E Giuseppe stesso sa essere vero genitore: fa crescere il figlio e gli insegna a diventare capace di guidare la propria vita da solo. Nel silenzio, senza essere protagonista, capace di farsi da parte. “Nella vita abbiamo bisogno di silenzio – scrive il vescovo Douglas -. Viviamo in una società particolarmente rumorosa. Il tempo di Natale, a cui ci stiamo preparando, tra l’altro, è tempo di silenzio”. Un bel richiamo a vivere questi giorni “creando in noi e attorno a noi spazi di silenzio”.