Il consumismo non solo è ingiusto, ma è diventato insostenibile dal punto di vista ecologico

“Occorrono tre anni per arrivare alla dipendenza dal gas russo”. L’ha detto ieri sera in risposta alle domande dei presenti l’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi, collegato in videoconferenza alla prima serata dell’edizione 2022 della Scuola diocesana sulla Dottrina sociale della Chiesa. “L’uomo custode del Creato e la transizione ecologica”, questo il tema affrontato dall’esperto ed ex docente universitario che dal 2008 è presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. “La produzione del gas russo, finanzia la guerra di Putin. Inutile fare giti di parole”, ha precisato Ronchi.

L’attualità ha fatto da sfondo alla lezione di Ronchi che ha parlato di neutralità climatica e di economia circolare. Sul primo punto ha detto che “la crisi climatica negli ultimi cinquant’anni ha visto una progressione impressionante, con una produzione crescente di anidride carbonica proveniente dalla combustione di derivati dal petrolio, dal carbone e dal gas”.

Prima della guerra in Ucraina, la crisi climatica, ha ricordato Ronchi, “era la più avvertita. Per arrivare alla neutralità climatica dovremmo raddoppiare le misure annunciate”. L’eolico e il solare dovrebbero passare dall’attuale 9 per cento al 68 per cento. Le auto in circolazione dovrebbero essere elettriche e gli edifici molto più efficienti. “Dipende, quindi – ha sottolineato l’ex ministro – anche dai nostri comportamenti. Per esempio: no alle caldaie che vanno a gas, sì alle pompe di calore. Sì anche al biogas e al biometano. Ma se investissimo davvero nelle energie alternative, anche l’occupazione ne avrebbe un beneficio, con 20 milioni di addetti come saldo positivo”.

Lo scenario mondiale mostra una popolazione che negli ultimi cinque decenni è raddoppiata, ma il consumo di materiali è quadruplicato. “Non si può più ragionare con un modello di questo tipo – ha proseguito Ronchi -. Non ce ne sarebbe per tutti. Occorre passare da un modello lineare a uno circolare, a un modello di business integrato che preveda di ridurre l’uso di risorse e il loro riutilizzo”.

Abbiamo una responsabilità verso il Creato – ha aggiunto Ronchi -. Serve un dato di sobrietà. Avremmo le capacità per affrontare la transizione ecologica, anche perché non è più possibile sprecare energia vestiti, auto…”. In un domani ormai prossimo bisognerà pensare a una mobilità con meno macchine e più spazio a quella ciclopedonale, ha chiarito il professore.

Il consumismo non solo è ingiusto, ma è diventato insostenibile dal punto di vista ecologico – ha detto ancora Ronchi -. Si può vivere molto bene anche in maniera più sobria. Si tratta di applicare un nuovo modello culturale”.

Sul nucleare, l’ex ministro ha chiarito che la ricerca sulla fusione è in corso. “Si arriverà a un prototipo solo nel 2028-2030. Poi ci vorrà altro tempo”. Invece sulla fissione ha detto che “non è vero che costi meno. Costa molto di più sulle spalle degli Stati e produce scorie che durano decine di millenni. Bisogna puntare sulle rinnovabili, eolico e solare, per esempio mettendo pannelli solari nel Sahara e trasportando l’energia e accumulandola con le batterie. Vento e sole sono gratis. Dovremo pensare a come trasportare l’energia, ma già lo facciamo”.

Sull’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e dei carburanti, Ronchi ha spiegato che in ogni caso “con una guerra in atto i costi tenderebbero a salire. La transizione ecologica potrebbe aiutare nel ridurre costi e dipendenza. Al momento, solare ed eolico costano molto meno di tutte le altre fonti energetiche. Il nucleare ha costi almeno tripli rispetto a quello delle energie rinnovabili. È una tecnologia sbagliata che ha fatto il suo tempo. La Germania sta smantellando tutte le centrali ed entro il 2030 produrrà l’80 per cento della propria energia con le rinnovabili”.

Infine, “chi può avviare questa transizione, la avvii”, ha concluso Ronchi. “Non possiamo affidare la nostra responsabilità ad altri. L’accordo di Parigi si basa su impegni nazionali, non globali. Siamo in un cambiamento d’epoca, come ricorda spesso papa Francesco. Tutti abbiamo una responsabilità sociale. Ma se realizziamo una bella realtà, se la sfida che affrontiamo è vincente, gli altri ci potrebbero anche copiare”.