Scambio di auguri con la curia. Vescovo Douglas: “Sarà un Natale diverso, ma non per questo meno vero e festoso”

È terminato pochi minuti fa il tradizionale incontro, tenutosi in episcopio, per lo scambio degli auguri di Natale tra il vescovo Douglas e chi opera nei diversi uffici della curia.

Il momento, svoltosi con gli ormai consueti distanziamenti, è stato introdotto dal vicario generale, monsignor Pier Giulio Diaco che ha ringraziato il vescovo per la vicinanza che mai fa mancare e per l’invito.

Monsignor Regattieri ha preso l’occasione per tracciare un bilancio di un anno travagliato. “La situazione è diversa rispetto a quella che ci eravamo immaginati anche solo un anno fa. Ma ciò non ci impedisce di celebrare il Natale. Anzi, possiamo e vogliamo lo stesso condividere questa gioia”, precisa il vescovo.

“Abbiamo deciso di rinunciare, visto il recente decreto che ha istituito le zone rosse in Italia durante tutte le festività, al momento programmato nella chiesa di Sant’Agostino per il primo dell’anno, in sostituzione della marcia della pace – aggiunge -. Effettueremo un collegamento online da dedicare alla riflessione sul tema della pace. Si tratta ovviamente di modalità nuove, ma la nostra fede non viene ingabbiata”.

“Ieri il Papa alla curia romana ha parlato di questa situazione di crisi – prosegue monsignor Regattieri -. E ha fornito una chiave di lettura per vivere in questo momento di tempesta. Ci diciamo da tempo che nulla sarà più come prima, che questo evento ci deve cambiare. Anche se nel nostro territorio i numeri finora sono sempre stati contenuti, sono lo stesso stati gravi. Abbiamo rivisto il programma pastorale che verterà su alcuni elementi: la Parola di Dio, l’Eucaristia, il non lasciare indietro nessuni e la cura del Creato”.

Affronta tanti temi, il vescovo Douglas, nel suo dialogo franco con i tanti membri della curia presenti. “Ho ripreso la Visita pastorale – aggiunge -. Si tratta di un momento sempre bello, quello dell’incontro del pastore col suo gregge. Questa volta, come sapete, la Visita si fa per zone pastorali. E questo introduce un altro tema, quello della ristrutturazione della Diocesi su cui stiamo lavorando da un po’ di tempo con una commissione ad hoc. Ora sono stati coinvolti anche gli organismi di partecipazione, come il Consiglio pastorale diocesano, il Consiglio presbiterale e il Consiglio delle aggregazioni laicali”.

Un tema che sarà decisivo nei prossimi anni, come conferma il vescovo: “Più andiamo avanti e più sarà incisivo e coinvolgente. Lo affido alle vostre preghiere. Di certo questo nuovo fatto esige un cambiamento di mentalità da parte di tutti”.

Poi ci sono anche i santi di casa nostra. “Abbiamo aperto tre nuove cause di beatificazione quest’anno – fa presente il vescovo -. Quella di don Giancarlo Bertozzi e quella dei coniugi Bruna e Consilio Pistocchi. Si aggiungono a quelle in corso che stanno procedendo. Don Quintino Sicuro, per il quale a settembre sarà esaminata la positiopositio. Oltre a quelle di Benedetto XIII, Pio VII, padre Guglielmo, madre Teresa Lega e fra Giovanni Nadiani”.

Altre soddisfazioni per il vescovo Douglas quest’anno sono arrivate da due ordinazioni sacerdotali, quelle di don Gianni Cappelli e quella di don Fabio Pagliarani. “Inoltre – precisa il presule – ci sono sei seminaristi in cammino, tra cui due adulti: l’eremita di sant’Alberico, Giambattista Ferro, e il professor Altenio Benedetti“. Poi una richiesta pressante rivolta ai presenti: “Per le vocazioni vi chiedo di pregare molto”.

Nel 2020 ci sono state nove morti tra i sacerdoti, fra i quali il vescovo Lino Garavaglia, un dato sopra la media degli ultimi anni.

Tra i motivi di gioia, monsignor Regattieri ha ricordato l’operazione a tre (Cesena, Faenza e Ravenna) per i settimanali diocesani. “Un fatto molto bello – chiosa il vescovo – per un giornale che molti ci invidiano per la sua diffusione che comunque va incoraggiata e che affido a tutti voi”.

Segue un pensiero per la crisi economica che cresce, visti anche le aumentate presenze alla Caritas diocesana. “Questa crisi drammatica ci deve interpellare sempre di più – aggiunge il vescovo -. Tra fede e carità c’è una stretta connessione. Noi tutti vogliamo essere segno di prossimità”.

Infine, uno sguardo rivolto al futuro. “Cominceremo a riflettere sulle nuove linee pastorali. La pandemia ci impone una riflessione: come possiamo essere Chiesa in questo territorio? Aspettiamo anche le indicazioni della Cei per i prossimi cinque anni. Chissà quando si potrà tenere l’assemblea generale rinviata lo scorso mese? Il virus continuerà a condizionarci, ma qualche luce di speranza si intravede, per esempio con il vaccino ormai alle porte”.

Rimane l’augurio per “un Natale diverso, ma non meno vero e festoso” e il grazie “per l’impegno quotidiano a servizio della nostra Chiesa locale”.