Diocesi
Buon anno a tutti. E che sia un anno di grazia e di grazie
“Che la luce di questo tramonto – leggo in una delle chat in cui ci si scatena per gli auguri per l’anno che sta per iniziare – ci illumini e ci dia speranza per questo anno che verrà”.
Mi pare un bell’augurio che propongo per tutti i nostri lettori.
Un amico sacerdote ha inviato, come augurio per il prossimo anno, un brano tratto dall’udienza di ieri di papa Francesco. Ne ripropongo uno stralcio. Quello che ha detto Bergoglio merita di essere riletto e ascoltato di nuovo.
E con questo, davvero di cuore, anche a nome di tutta la redazione, auguro Buon anno a quanti ci seguono su questo sito, sui social e sul giornale cartaceo.
Ecco le parole del Pontefice.
La preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia. Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio. Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il motivo conduttore delle nostre giornate. Tante volte dimentichiamo pure di dire “grazie”. Per noi cristiani il rendimento di grazie ha dato il nome al Sacramento più essenziale che ci sia: l’Eucaristia. La parola greca, infatti, significa proprio questo: ringraziamento. I cristiani, come tutti i credenti, benedicono Dio per il dono della vita. Vivere è anzitutto aver ricevuto la vita. Tutti nasciamo perché qualcuno ha desiderato per noi la vita. E questo è solo il primo di una lunga serie di debiti che contraiamo vivendo. Debiti di riconoscenza. Nella nostra esistenza, più di una persona ci ha guardato con occhi puri, gratuitamente. Spesso si tratta di educatori, catechisti, persone che hanno svolto il loro ruolo oltre la misura richiesta dal dovere. E hanno fatto sorgere in noi la gratitudine. Anche l’amicizia è un dono di cui essere sempre grati. Questo “grazie” che dobbiamo dire continuamente, questo grazie che il cristiano condivide con tutti, si dilata nell’incontro con Gesù. I Vangeli attestano che il passaggio di Gesù suscitava spesso gioia e lode a Dio in coloro che lo incontravano. I racconti del Natale sono popolati di oranti con il cuore allargato per la venuta del Salvatore.