“Ci sposiamo il 26 luglio, con o senza festa con amici e parenti. Ci interessa l’essenziale. Il corso per fidanzati a Longiano, una vera benedizione”

“Quel corso è stata una benedizione”. Lo dicono senza mezzi termini Licia Zoli, cesenate classe 1987, educatrice di nido, e Gian Luca Parini, longianese nato nel 1985 impegnato nell’azienda di famiglia a Gambettola. Si riferiscono al corso per fidanzati frequentato dai frati di Longiano. “Ne abbiamo fatti tre – dicono assieme, raggiunti al telefono -. Da novembre a giugno, una domenica al mese. In tutto questo tempo alcune coppie si sono lasciate, altri hanno abbandonato il gruppo. Altri non ci sono più”.

Il pensiero va a Nicola Parentelli, il giovane di Bulgarnò deceduto in seguito a un incidente in mountain bike. “Erano stati loro a invitarci – racconta Licia -. Sono amica della sua fidanzata, Sara Ferri. Ricordiamo benissimo il giorno in cui è morto. Era un sabato. La domenica seguente ci saremmo dovuti trovare, come coppie, a Longiano. Pregammo per lui e basta. Sara e Nicola sono stati il nostro traino. Era stata Sara a parlarmi della bellezza di quell’esperienza e di come le coppie che conducono il gruppo fossero tanto disponibili e ci facessero vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e mai quello mezzo vuoto”.

Conviventi a Budrio di Longiano (abitano davanti alla chiesa parrocchiale) da cinque anni, Licia e Gian Luca hanno un bimbo, Leonardo, di quattro anni. “E adesso siamo in attesa del secondo – aggiunge Licia -. Dobbiamo tutto all’esperienza di Longiano. Un percorso per noi avviatosi tre anni fa che ci ha aiutato a riflettere sempre in positivo. Ci eravamo accorti che da soli non ce l’avremmo fatta”.

Le nozze sono fissate per il 26 luglio, nella chiesa di Budrio. A celebrare la Messa sarà don Filippo Cappelli. “Il nostro matrimonio tre anni fa non avrebbe avuto il valore che ha ora – aggiungono i promessi sposi -. In quel momento ci interessava solo la festa con amici e parenti. Adesso ci sta a cuore il bene tra noi. Ci sentiamo benedetti e protetti da Dio”.

Un cambiamento radicale, quello compiuto dalla coppia. “Sì, un bel salto da parte di entrambi”, aggiungono insieme Licia e Gian Luca. “Io vengo da una famiglia molto credente”, dice Licia. Gian Luca era un po’ più scettico, ma “col corso ho rivisto la mia vita. Se oggi dovessi scegliere tra il rito in chiesa e quello in comune lascerei il secondo. Il matrimonio ha assunto per me un senso del tutto differente rispetto a qualche tempo fa”.

Vi sposerete in ogni caso o aspettate di sapere le norme sul distanziamento sociale? “Se dovessimo ascoltare le voci attorno a noi, rimanderemmo la data – prosegue Licia -. Ho avvertito questa scelta come una chiamata per me. È questo il momento. E noi andiamo avanti per la nostra strada”.

“Quello che ci interessa – le fa eco Gian Luca – è il sacramento, non la festa. Se si può fare anche la festa con amici e parenti bene, altrimenti fa lo stesso. Ci interessa l’essenziale”.

Cosa vedete di diverso in voi rispetto al passato? “C’è stato uno scatto, una crescita – risponde Licia -. Mi piace dire: questo è mio marito. E mio marito è il padre di nostro figlio. Abbiamo battezzato Leonardo e non aver potuto ricevere la Comunione è stata una mancanza grande. Manca il punto di base per la nostra vita assieme. Al corso suor Emilia, fra Carlos e le coppie-guida ci dicevano che ci vedevano pronti e aggiungevano: ve lo dovete sentire voi. Adesso è il momento. Ne abbiamo parlato a don Filippo Cappelli, il nostro parroco, e abbiamo fissato la data: il 26 luglio. Poi a ottobre arriva il nostro secondo figlio”.

“Suor Emilia ci faceva osservare: avete avuto un grande dono – dice ancora Licia -. Adesso iniziate a restituirlo. Questo fatto supera tutte le difficoltà, anche la possibile mancata festa. Ci sentiamo pronti e andiamo avanti. Può apparire strano rispetto alla mentalità di oggi. Ma per noi è normale così”.  

Mi sento cambiato – conclude Gian Luca -. Ci ho messo un po’ a comprendere che ci voleva una svolta, lo ammetto. Ma quel corso… lo consiglierei a tutte le coppie”.