Dal Mondo
Notre Dame in fiamme. I vescovi francesi: “È la nostra carne a essere stata sfregiata”
Il mondo, non solo Parigi, si è fermato di fronte alle immagini terribili dell’incendio che per tutto il pomeriggio ha devastato uno dei simboli più importanti della cristianità europea. La cattedrale Notre-Dame di Parigi. Luogo di preghiera, punto di riferimento per l’intera città, protagonista di capolavori della letteratura francese, meta di turisti provenienti da tutto il mondo.
Le fiamme si sono sviluppate nel pomeriggio, secondo una prima ricostruzione, su un’impalcatura che abbracciava la cattedrale per lavori di conservazione, provocando la fuoriuscita di una minacciosa colonna di fumo. Poi il fuoco ha avvolto il tetto e la guglia, fino a farli crollare, intorno alle 20. Per ore i cittadini di Parigi e migliaia di turisti hanno guardato l’incendio ardere la cattedrale. Molti hanno pianto. Alcuni hanno intonato preghiere e canti. La notizia è rimbalzata in poche ore in tutto il mondo, raggiungendo ovviamente anche la Santa Sede che ha immediatamente espresso “vicinanza ai cattolici francesi e alla popolazione di Parigi” e assicurato “preghiere per i pompieri e quanti stanno facendo il possibile per far fronte a questa drammatica situazione”.
Sul posto si è recato l’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit. “È un dramma”, ha detto, chiedendo tramite un tweet a tutti i sacerdoti della città di suonare le campane delle loro chiesa per invitare alla preghiera. La situazione è drammatica.
“I pompieri – dice l’arcivescovo – stanno ancora combattendo per salvare le torri di Notre-Dame di Parigi. Il telaio, il tetto e la guglia sono consumati. Preghiamo”. Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, si è recato sul posto, rinviando il discorso alla nazione che era inizialmente programmato per stasera. “Notre-Dame di Parigi in preda alle fiamme. È l’emozione di un’intera nazione. È una parte di noi a bruciare”.
A dare voce allo sgomento dei cattolici francesi, è anche monsignor Éric de Moulins-Beaufort, neo eletto presidente dei vescovi. “Ho avuto un grido di orrore”, scrive. “Sono stato ordinato in questa cattedrale. Questo luogo rappresenta tanti eventi”. L’arcivescovo cita in particolare la manifestazione davanti alla cattedrale dopo gli attacchi al Bataclan nel novembre 2015. “Per un parigino, Notre Dame è una sorta di evidenza”. È “uno dei simboli degli sforzi di pace, bellezza, speranza, fede e anche al di là della fede cristiana. È una grande perdita, una grande ferita”. Ciò che ha colpito al cuore la città di Parigi è, in particolare, “la caduta della guglia”. “Rappresentava un dito teso verso Dio”, commenta mons. de Moulins-Beaufort. “Questo dramma ci ricorda che niente su questa terra è fatto per durare per sempre…”. “È una parte della nostra carne ad essere stata sfregiata. Ma spero che questo creerà un nuovo slancio, un movimento universale”.
Di “prova terribile”, parla la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, definendo la cattedrale Notre-Dame “un patrimonio della storia”, “un luogo di fede” ma anche un luogo-simbolo di Parigi, uno dei siti più visitati al mondo”. La città ha guardato oggi “impotente” la furia delle fiamme. Ma ha anche assistito a “una vera e propria catena umana che si è recata sul posto per salvare la cattedrale”. L’uso dei droni ha fatto capire a tutti che la situazione all’interno della Chiesa era tragica. Tra i primi ad accorrere – ricorda la sindaca – sono stati “i pompieri che hanno fatto un lavoro incredibile per domare la minaccia delle fiamme”, impegnandosi in una strategia concertata tra ministero della cultura, forze dell’ordine e comune per “preservare le due torri della cattedrale”. “Non avrei potuto immaginare la nostra città senza quelle due torri”, ha detto la sindaca.
“Siamo ben consapevoli che lo splendore di Notre-Dame va oltre la capitale e che rimarrà un importante simbolo della fede cattolica e un luogo in cui tutti, credenti e non credenti, potranno incontrarsi nei momenti importanti della storia del nostro Paese”, scrivono in una dichiarazione i vescovi francesi. “All’inizio di questa settimana santa”, dalla Conferenza episcopale viene lanciato l’invito “ai cattolici ad essere sempre più le pietre viventi della Chiesa vivendo il mistero della morte e risurrezione di Cristo, fonte della nostra speranza”.