Dal Mondo
Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Dramma di Manduria, 8 in carcere. Benin, esercito spara sulla folla
Cronaca: Manduria, anziano torturato e morto, otto giovani in carcere. Famiglie “incapaci di educare”
Il gip del Tribunale di Taranto non ha convalidato i fermi (ritenendo non sussistente il pericolo di fuga) dei due maggiorenni coinvolti nell’indagine sulle violenze compiute ai danni di Antonio Stano, il 66enne di Manduria morto il 23 aprile, ma ha emesso nei confronti dei due indagati un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il giudice ha così condiviso il quadro accusatorio della Procura, anche in relazione al reato di tortura. Stessa decisione – segnala l’Ansa – è stata adottata ieri dal gip minorile che ha mandato in carcere i sei minorenni. “La misura della custodia cautelare in carcere – scrive il gip del Tribunale ordinario Rita Romano – appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti, avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione di reati, totale inaffidabilità e completa assenza di freni inibitori”. Secondo il giudice, i nuclei familiari dei due indagati “hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare i due giovani”, da qui la decisione di escludere la concessione degli arresti domiciliari. “Stano è stato fatto oggetto di un trattamento inumano e degradante, braccato dai suoi aguzzini, terrorizzato, dileggiato, insultato anche con sputi, spinto in uno stato di confusione e disorientamento, costretto ad invocare aiuto per la paura e l’esasperazione di fronte ai continui attacchi subiti e, di più, ripreso con dei filmati (poi diffusi in rete nelle chat telefoniche) in tali umilianti condizioni”, scrive il gip confermando il carcere per i due maggiorenni coinvolti nelle indagini sulla morte del 66enne Antonio Stano. I sei minori (due 16enni e quattro 17enni), anch’essi in carcere, sono accusati di tortura, sequestro di persona, danneggiamento e violazione di domicilio.
Italia-Francia: nazioni amiche nel nome di Leonardo. Mattarella e Macron sulla tomba del genio italico
Cinquecento anni fa moriva Leonardo Da Vinci, genio rinascimentale e straordinario uomo d’arte e di scienza. Nato in Toscana, e a lungo al servizio di Ludovico Sforza, Leonardo visse gli ultimi anni della sua vita in Francia, chiamato da re Francesco I. Per ricordarlo si sono trovati ieri ad Amboise, nella Loira, i presidenti di Italia e Francia, Sergio Mattarella e Emmanuel Macron, che nel nome dell’illustre scienziato, hanno ribadito la profonda amicizia tra i due Paesi. “Le relazioni tra Francia e Italia sono le migliori possibili, e l’amicizia che esiste e che oggi il presidente Macron e io riconfermiamo, è una amicizia a prova di qualunque cosa”, ha detto Mattarella. Toni distensivi anche da parte del capo dello Stato francese, che ha parlato dell’Europa di cinque secoli fa. “In quegli anni sorprendenti, quando l’umanità cambiava profondamente, il meglio dei nostri Paesi e delle intelligenze si sono trovati insieme, ed ecco perché il legame tra i nostri due Paesi e i nostri cittadini è indistruttibile, ecco perché è un legame cosi forte e profondo, quello che ci unisce”. Quando Leonardo arrivò in Francia aveva 64 anni, e secondo la leggenda, avrebbe attraversato le Alpi a dorso di mulo. Giunto alla corte di Amboise, venne nominato da Francesco I, che era affascinato da Leonardo fino a vederlo come un secondo padre, “primo pittore, primo ingegnere ed architetto del Re”.
Regno Unito: elezioni europee, vola il neonato Brexit Party. Elezioni comunali di ieri, bene i Liberaldemocratici
Continua l’ascesa del Brexit Party di Nigel Farage nei sondaggi in vista delle elezioni europee di fine mese, a cui la Gran Bretagna è destinata a partecipare malgrado i tre anni trascorsi dal referendum del 2016 a salvo ratifica parlamentare in extremis di un accordo di divorzio dall’Ue. Secondo l’ultima rilevazione dell’istituto YouGov, ripresa in queste ore dai media, il neonato partito simbolo del fronte pro-Leave è ora al 30% dei consensi, due punti in più rispetto al dato di una settimana fa, mentre il Labour di Jeremy Corbyn si ferma al 21% e il partito Conservatore della premier Theresa May non si schioda dal minimo storico del 13. Fra i partiti pro Remain apertamente favorevoli a un secondo referendum, i Liberaldemocratici sono dati al 10%, mentre calano leggermente al 9 sia i Verdi, sia Change Uk, altra formazione appena nata e formata da fuoriusciti centristi di Labour e Tory. Nelle elezioni comunali di ieri, cui non ha partecipato il neonato Brexit Party, puniti Tories e Labour, bene i Liberaldemocratici.
Benin: proteste di piazza dopo le elezioni legislative. Esercito spara sulla folla, due morti
Un altro paese d’Africa infiammato dalle proteste, dopo il Sudan e l’Algeria. Due persone sono morte in Benin nelle manifestazioni di piazza seguite alle elezioni legislative di domenica, celebratesi senza candidati dell’opposizione. Le forze dell’ordine hanno sparato sulla folla colpendo a morte un ragazzo a Kandi, dove la folla ha dato alle fiamme una fabbrica di cotone riconducibile al presidente Patrice Talon; una donna è morta a Cotonou per le ferite riportante nelle proteste. I manifestanti chiedono al presidente di dare le dimissioni dopo la gestione delle ultime elezioni politica, a cui ha partecipato solo il 27% degli aventi diritto al voto e di cui ben 2 ex presidenti hanno chiesto l’annullamento.