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Visita in Ucraina leader Ue. Don Roman Krat: “È importante che vedano le città distrutte”
“Guardiamo oggi a questa visita in modo positivo. Sta aumentando le nostre speranze perché è un segno significativo di una Europa vicina al popolo ucraino”. È don Roman Krat, parroco della cattedrale cattolica latina di Odessa a raccontare al Sir come il popolo ucraino sta seguendo oggi la visita di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. Arrivati questa mattina a Kiev, i tre leader Ue hanno attraversato la cittadina di Irpin, uno dei maggiori teatri dei bombardamenti russi, insieme alle autorità locali. I tre leader hanno camminato lentamente tra i palazzi devastati accerchiati dalle scorte e dai soldati ucraini. “La speranza – dice il sacerdote – è che venendo tutti e tre insieme a Kiev, visitando i luoghi della guerra, si rendano conto della realtà. È importante vedere le città mezze distrutte, parlare con le persone segnate dalla guerra. Questa è l’Ucraina e vederla cambierà la loro prospettiva. Ne sono certo”.
Il sacerdote spiega infatti che la maggioranza degli ucraini sono un po’ critici rispetto soprattutto ai presidenti francese e tedesco. “Non ha convinto la posizione recentemente sostenuta da Macron quando dice che l’Ucraina deve accettare di fare un dialogo con Putin, perché secondo noi simili dichiarazioni fanno chiaramente capire che la Francia non ha capito la nostra situazione, che è quella di un paese che è stato invaso e per questo si sta difendendo. Anche nei confronti di Scholz, la maggior parte degli ucraini ha delle perplessità. All’inizio è stato molto freddo, poi ha deciso di sostenerci ma quando alle parole dovevano seguire le azioni, tutto è avvenuto in modo lento, pragmatico, riservato”.
A Odessa, la vita cerca di ritrovare la sua normalità tra negozi e ristoranti che nelle ultime due settimane hanno finalmente riaperto. Ma i missili continuano ad essere lanciati dal mare e le sirene suonano più volte al giorno. La “buona” notizia è che domani, venerdì 17 giugno, riapre anche la stagione del “Odessa National Opera”. “Il teatro è un edificio storico per la città di Odessa e anche il centro della nostra vita culturale”, spiega don Krat. “La riapertura della stagione teatrale è un simbolo di rinascita per tutta la città.
“La nostra vita – prosegue il sacerdote – è rimasta più o meno la stessa ma il nostro sguardo è continuamente rivolto alle zone dove ci sono combattimenti, dove si sta cercando di frenare l’avanzata dei soldati russi. Si avverte quindi un clima di tensione perché non c’è una stabilità. E se si pianifica qualcosa, lo si fa soltanto per uno o due giorni ma non si guarda più in là perché non si sa cosa succederà la prossima settimana.