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Medio Oriente: Gerusalemme, visita alla Spianata delle Moschee, Ben Gvir come Sharon?
Come Ariel Sharon nel settembre del 2000: sono in molti oggi in Israele, e non solo, a paragonare la ‘passeggiata’ del neo ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit, nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme, per gli ebrei Monte del Tempio, a quella dell’allora leader dell’opposizione nel Parlamento israeliano.
Capo del Governo era il laburista Ehud Barak. Un gesto dimostrativo che innescò la Seconda Intifada. Sharon entrò, protetto da una poderosa scorta armata, nella spianata dove si erge la Cupola della Roccia, terzo luogo sacro ai musulmani che vi indicano il luogo in cui Maometto compì il suo ‘viaggio notturno’. Da lì in poi circa cinque anni di violenze e migliaia di morti, con attentati suicidi palestinesi nelle città israeliane, e campagne militari israeliane.
Senza preavviso. Questa mattina, senza preavviso – nei giorni scorsi il premier Benyamin Netanyahu aveva cercato di dissuadere il suo alleato di Governo dal compiere un simile gesto – Ben Gvir è entrato nella Spianata delle Moschee, ribadendo che “il Monte del Tempio è il luogo più importante per il popolo ebraico”. “Manterremo la libertà di movimento per i musulmani e i cristiani”, ha aggiunto il leader oltranzista di Otzma Yehudit. Come è noto, in base agli accordi internazionali stipulati dopo la Guerra dei 6 giorni (1967), il sito si trova nell’area controllata da Israele, ma la sua amministrazione è affidata al Fondo religioso islamico (Waqf) con la Giordania garante. In base a questi accordi, i musulmani possono accedere alla Spianata e pregarvi. Ai fedeli delle altre confessioni, invece, è consentito l’ingresso e la visita, ma non la preghiera o l’esposizione di simboli religiosi e di bandiere. Spetta alla polizia israeliana far rispettare questa norma.
Le reazioni palestinesi. La ‘passeggiata’ di Ben Gvir ha subito scatenato la dura reazione palestinese, Hamas in testa. Per il portavoce della fazione islamica che controlla la Striscia di Gaza, Hamas Abd al-Latif al-Qanua – citato dai media – la visita di Ben Gvir “è un altro esempio dell’arroganza di un governo di coloni, dei loro futuri piani di danneggiare la Moschea di Al-Aqsa e di dividerla”. Analoga denuncia arriva da parte di Nabil Abu Rudeinah, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen: “Le ripetute minacce di cambiare lo storico status quo sulla Moschea di al-Aqsa a Gerusalemme è una dichiarazione di guerra con serie conseguenze per tutti: se non saranno fermate da una seria pressione da parte degli Usa, queste pericolose politiche di Israele porteranno la situazione fuori controllo”. Su Twitter Hussein al Sheikh segretario generale dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) scrive che “La minaccia di Ben Gvir di assalire Al-Aqsa come ministro della sicurezza è il culmine di una sfida palese e spudorata che richiede una risposta palestinese, araba e internazionale, commisurata a tale passo che va considerato il primo di questo governo e delle sue politiche di occupazione”. “Inaccettabile”: così l’ambasciata Usa in Israele ha definito la visita di Ben Gvir alla Spianata delle Moschee/Monte del Tempio. “Tutte le azioni che impediscono il mantenimento dello status quo nei luoghi sacri di Gerusalemme sono incettabili”.