Dal Mondo
Un’ondata di indignazione dopo il crudele pestaggio di Tyre Nichols ad opera di cinque agenti di polizia
(da New York). Il nome e il sangue di Tyre Nichols sono iscritti dal 7 gennaio nelle pagine della storia di Memphis e degli Stati Uniti, come simboli di una cultura di deumanizzazione delle persone di colore che imperversa nonostante battaglie civili e leggi. Il nome di questo giovane padre afroamericano, pestato da cinque agenti di polizia anch’essi afroamericani, si affianca a quello di Larry Payne, un sedicenne ucciso dalla polizia nel marzo del 1968 per aver partecipato ad uno sciopero. Nella città che vide spirare Elvis Presley, venne ucciso il 4 aprile, sempre del 1968, Martin Luther King e nel 1971 il diciassettenne Elton Hayes.
Tyre Nichols, non conosceva i dettagli della crudele eredità di Memphis. Vi si era trovato per caso durante la pandemia, quando da Sacramento in California si era recato nella città del Tennessee per visitare la sua mamma e alla fine le circostanze lo avevano convinto a rimanere. La sera del pestaggio stava tornando dalla mamma, prima di essere fermato dalla pattuglia per un’infrazione stradale, ancora da chiarire. Il nome della sua mamma era tatuato sul braccio martoriato dalla polizia e “Mamma, mamma, mamma” è stato il grido con cui ha cercato di placare la follia degli agenti che lo hanno aggredito e picchiato con brutalità, incuranti di essere ripresi dalle videocamere di servizio e da quelle del quartiere. Tyler è morto dopo tre giorni a causa degli “abusi fisici” che il capo della polizia di Memphis, una donna afroamericana, ha definito “atroci, sconsiderati e disumani”. I cinque agenti sono stati licenziati e sono ora accusati di omicidio di secondo grado, aggressione e rapimento. Sotto indagine sono finiti anche i primi soccorritori, accusati di negligenza.
Il video del violento attacco degli agenti “senza alcuna umanità”, reso pubblico lo scorso venerdì, ha acceso manifestazioni in tutto il Paese. La madre di Tyre, RowVaughn Wells ha chiesto che fossero pacifiche. A Washington i manifestanti hanno proiettato il volto di questo giovane appassionato di skateboard e fotografia sui muri dei palazzi. I pastori delle diverse chiese evangeliche afroamericane hanno provato a preparare i fedeli ad “un video orribile, dove il razzismo ha raggiunto livelli inaccettabili”. Stavolta non sono agenti bianchi ad aver assalito cittadini neri, ma afroamericani che si sono scagliati contro un membro della loro stessa comunità “a prova che questa violenza è qualcosa di più profondo e che è difficile da estirpare nella cultura della polizia”. Dal 1980 ad oggi sono oltre 17.000 le morti causate erroneamente dalla polizia.
La diocesi di Memphis ha invitato i fedeli a un rosario per la pace il 27 gennaio nella Cattedrale e il vescovo, David P. Talley, ha pubblicato diversi messaggi su Twitter esortando alla pace e alla preghiera per la città. “Chiediamo la pace nella nostra città. Preghiamo affinché uno spirito di unità, amore e pace guidi i nostri pensieri, azioni e parole”, ha twittato il vescovo. La chiesa episcopaliana del Tennessee occidentale chiede di passare all’azione, insistendo che “sono necessari cambiamenti nelle politiche e nelle procedure delle forze dell’ordine in modo che nessun altro debba sperimentare ciò che sta attraversando la famiglia di Nichols”. Anche i Cavalieri e le dame di Peter Claver, l’ordine cattolico nero più antico e più grande del mondo, hanno pubblicato una dichiarazione in cui sottolineano che “Nichols è una delle numerose vittime nere collegate alla polizia” che prova come “a troppi livelli e in troppi modi diversi modi, la santità della vita umana è sempre più svalutata e disprezzata”. Nella lunga storia dell’ordine hanno visto troppe morti come quella di Tyre e chiedono con forza di “sradicare le culture malvagie e ipocrite che affliggono il Paese”. Un segno forte è stato dato anche dal capo della polizia di Memphis che ha sciolto la squadra speciale di cui gli agenti facevano parte e che era stata creata proprio per contrastare le violenze.
Il presidente americano Biden si è detto “indignato e profondamente addolorato nel vedere l’orribile video del pestaggio” e ha invitato il Congresso a votare la legge George Floyd sulla responsabilità delle forze di polizia, bloccata da mesi dai senatori repubblicani. Biden ha chiamato la madre e il padre adottivo di Tyre, consapevole “che niente potrà restituirgli il figlio amato”. E infatti RowVaughn Wells ha detto che continua ad aspettare che, alle 19, Tyre apra la porta di casa, alla fine del turno di lavoro a FedEx annunciando di essere pronto per la cena. Del figlio gli rimane il blog “This California Kid”, dove Tyre salutava i follower dicendo: “Benvenuti nel mondo attraverso i miei occhi” e li invitava a commentare le foto delle acrobazie con lo skateboard, ma anche i tramonti. L’ultimo, che era andato a riprendere, prima del linciaggio, è rimasto nella sua videocamera.