Le notizie del giorno: “Rete che ascolta”, linee guida scuola, Ue-Sudan, Germania, Mondragone, Relazione Garante detenuti, Cile

Coronavirus Covid-19: Cei, dal 1° luglio nasce una “Rete che ascolta”. Attivo un numero di telefono per le famiglie in difficoltà

Un numero di telefono, centinaia di operatori sparsi in tutta Italia, un solo obiettivo: ascoltare i bisogni delle famiglie e supportarle in questa fase delicata della ripartenza, segnata dall’incertezza, dalle difficoltà economiche, da problematiche legate alla disabilità. Parte mercoledì 1° luglio “Rete che ascolta”, il progetto della Chiesa italiana che collega attualmente 63 consultori familiari e mette a disposizione le competenze di 309 operatori attraverso il numero 06.81159111 e, per le persone con disabilità, attraverso la mail pastoraledisabili@chiesacattolica.it. Promossa dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia, dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e dalla Caritas italiana, in collaborazione con la Conferenza dei Consultori familiari di ispirazione cristiana e l’Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali, l’iniziativa rappresenta una forma di prossimità alle tante persone che, nella fase 2 e 3 della pandemia, vivono situazioni di disorientamento e disagio, oltre che l’offerta di un servizio reticolare a 360 gradi. 

Scuola: Conte, “il 14 settembre si torna in classe in piena sicurezza”. Azzolina, “il 15 per cento degli studenti rischia di restare fuori per via del distanziamento”

È stato dato il via libera alle “linee guida condivise che ci consentiranno il 14 settembre di far tornare le nostre ragazze e i nostri ragazzi in classe in condizioni di massima sicurezza”. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa nella quale a Palazzo Chigi ha presentato le linee guida per la riapertura delle scuole. Il premier ha confermato che verrà stanziato “un ulteriore miliardo in nuovi investimenti che dovrà consentire di ripartire in piena sicurezza” e avere “una scuola più moderna, più sicura, più inclusiva”. Conte ha anche annunciato che nel piano di rilancio legato al Recovery Fund “un importante capitolo sarà dedicato agli interventi sulla scuola”. “Non è stato facile stanziare un altro miliardo”, ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, rivendicando come questo “sia un altro segnale del fatto che il mondo della scuola è al centro dei nostri pensieri”. Si ripartirà con “scuole pulite”, garantendo il metro di distanziamento, con ingressi scaglionati. Per quanto riguarda gli spazi, grazie a un software si è calcolato che il 15% degli studenti al momento non potrebbe stare all’interno degli edifici perché altrimenti verrebbe violata la misura del distanziamento interpersonale. 

Ue-Africa: Borrell, “non abbandoneremo il popolo del Sudan”. Aiuti internazionali per 1,6 miliardi di euro

(Bruxelles) Unione europea, Germania e Nazioni Unite hanno ospitato oggi una conferenza virtuale ad alto livello dedicata al partenariato con il Sudan. Nel comunicato congiunto i partecipanti hanno “confermato che la comunità internazionale appoggia la transizione democratica ed economica in atto in Sudan sotto la guida del governo civile di transizione”. Oltre al sostegno politico espresso per la transizione, i partner si sono impegnati per un totale di 1,8 miliardi di dollari (1,6 miliardi di euro), fra cui gli 770 milioni di euro in finanziamenti per lo sviluppo e per aiuto umanitario messi sul tavolo da Team Europe – vale a dire dalle istituzioni Ue e dagli Stati membri dell’Unione. Di quest’importo, 312 milioni di euro rappresentano il contributo della Commissione europea per “l’assistenza allo sviluppo a medio e lungo termine, l’aiuto umanitario immediato e il sostegno alla stabilità e alla pace”. 

Germania: dati negativi per la Chiesa cattolica. Monsignor Bätzing (Conferenza episcopale), “cambiamenti coraggiosi per riconquistare credibilità”

Verrà rinviata alla prossima assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) l’analisi dei dati statistici della Chiesa cattolica di Germania per il 2019. Lo ha detto oggi il presidente dei vescovi tedeschi, monsignor Georg Bätzing che, alla luce dei numeri pubblicati, ritiene che ci sia la necessità di “cambiamenti coraggiosi all’interno delle nostre fila”. I dati presentano un totale di 272.771 persone che hanno lasciato la Chiesa cattolica l’anno scorso: in totale, il numero di cattolici in Germania è diminuito di oltre 400mila persone. Il numero “ufficiale” di cattolici nel 2019 è stato di 22.600.371 (23.002.128 nel 2018) con la percentuale nella popolazione tedesca scesa al 27,2 per cento rispetto al 27,7 del 2018; circa diecimila in meno i funerali, con anche una diminuzione del 5% dei battesimi, calati a 159.043. Scesi del 5% anche i nuovi cattolici: 2.330. In 5.339 hanno fatto richiesta di riammissione alla Chiesa cattolica, con una diminuzione rispetto al 2018 del 15%. Diminuiti matrimoni, comunioni e cresime, come anche la frequenza liturgica, giunta al minimo storico del 9,1% (9,3 nel 2018). Come dato positivo vanno considerati gli 8 nuovi diaconi permanenti. Ma sono 300 i sacerdoti in meno rispetto al 2018. 

Coronavirus Covid-19: focolaio a Mondragone e scontri. Monsignor Piazza (vescovo), “l’aggressività spegne le piccole speranze che come Chiesa stavamo accendendo”

“A Mondragone il parroco di San Rufino e direttore della Caritas sta facendo un’opera eccezionale, ma ci sono difficoltà che non competono a noi, perché sono questioni di ordine pubblico”. Lo ha raccontato al Sir monsignor Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca, dopo l’insorgere di un focolaio di coronavirus nelle case ex Cirio a Mondragone, dove vivono una numerosa comunità bulgara e alcune famiglie italiane povere. “Su questa situazione esplosiva – prosegue – noi ci stiamo impegnando già da diverso tempo. Anche a livello ufficiale, il prefetto e le istituzioni locali hanno evidenziato che la Chiesa ha fatto e sta facendo un’opera di grande rilevanza sociale, intervenendo su vari aspetti come il caporalato, la prostituzione minorile, la situazione dei bulgari. Il paradosso è che sono le donne a lavorare di più, come braccianti agricole e badanti, mentre gli uomini rimangono a vivacchiare”. Il vescovo richiama anche un’altra difficoltà: “C’è una regia interna che non permette facili accessi a queste realtà. Per questo dico che ci sono interferenze che non consentono un facile dialogo. E quando parlo di interferenze mi riferisco a quelle di matrice legata ad ambienti dell’illegalità”. 

Persone private di libertà: Garante, “il Covid-19 ha evidenziato le preesistenti carenze e criticità del sistema penitenziario”

L’emergenza sanitaria “ha evidenziato le preesistenti carenze e criticità del sistema penitenziario, enfatizzando la sua inadeguatezza a far fronte al fenomeno che si stava presentando: sovraffollamento degli istituti, mancanza di spazi destinabili alle necessità sanitarie, diffuso degrado strutturale e igienico in molte aree detentive, debolezza del servizio sanitario”. Lo sottolinea il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (Gnpl), nella Relazione al parlamento 2020, presentata stamattina. La situazione, che richiedeva estrema tempestività di interventi, “è stata affrontata sul piano normativo nel suo complesso, agendo fondamentalmente su due fronti: la prevenzione dell’ingresso del contagio nel carcere e la riduzione della densità della popolazione detenuta”. In realtà, “le novità legislative introdotte hanno prodotto effetti diretti piuttosto contenuti, ma hanno certamente dato l’avvio a un orientamento generale da parte della Magistratura di sorveglianza che, anche trattando con la tempestività dovuta le istanze giacenti da tempo, ha contribuito con i propri provvedimenti alla consistente riduzione delle presenze in carcere che si è prodotta tra i mesi di marzo e di giugno: al 29 febbraio 2020 le persone detenute negli istituti penitenziari erano 61.230 e sono scese al 23 giugno a 53.527, con una riduzione che supera le 8.000 unità”. 

Coronavirus Covid-19: Cile, Caritas e parrocchie mobilitate in tutto il Paese nella campagna “Nessuno resta solo”

Più di 11mila casse di alimenti. Appoggio a 220 mense solidali e comunitarie. Sono due segni delle tante iniziative di solidarietà portate avanti dalle diocesi, parrocchie e associazioni cilene, nell’ambito della campagna “Nessuno resta solo” promossa dalla Chiesa cilena attraverso la Caritas. Secondo le informazioni fornite da 21 diocesi, sono stati consegnati 25.438 pranzi settimanali, il che equivale a 101.752 pranzi mensili. E nella misura della disponibilità di risorse, in alcuni casi si offrono anche colazioni e cene. Tra le altre azioni di solidarietà portate avanti dalle Caritas diocesane e dalle parrocchie, la consegna di kit igienici: a oggi sono stati consegnati 2.475 kit, vestiti caldi, è stato dato supporto emotivo e psicologico attraverso i telefoni di aiuto e la fornitura di rifugi per ospitare le persone in situazione di strada. In una diocesi, a 26 famiglie sono stati forniti materiali da costruzione per migliorare la qualità delle loro case.