Dal Mondo
Santa Sede: cardinale Parolin al Consiglio d’Europa, “sei verità” benefiche per il continente e il mondo. “Al centro l’essere umano”
“La prima verità universale è la magnificenza dell’essere umano” e “finché non porremo l’uomo, ancora una volta, al centro di tutti i nostri interessi e faremo del servizio dell’uomo lo scopo più importante del nostro lavoro, continueremo ad affrontare sempre gli stessi problemi e a risolvere ben poco perché in definitiva ci manca la verità dell’essere umano”. Il cardinale Pietro Parolin nel suo intervento al Comitato dei ministri ha elencato e spiegato le sei “verità” benefiche per l’Europa e tutto il mondo. La seconda è “la terra, casa dell’essere umano”, “non di una o di poche persone, ma di tutta l’umanità”; la terza è “il servizio del mistero della persona umana”, che non è “solo un corpo da nutrire, ma anche un’anima, un cuore, un’intelligenza, uno spirito, una vocazione alla comunione, alla fraternità universale, all’amore che non conosce confini”. E l’“applicazione specifica” di questo principio è ad esempio la questione migratoria o l’istruzione. La quarta verità universale il cardinale l’ha definita “la concorrenza nella stima reciproca”, che è la “competizione che salverà la persona umana”: se in Europa si facesse a gara nel creare più pace possibile, l’Europa potrebbe “mostrare questo segno di giustizia nel resto del mondo”. Quinta verità universale è la parola della storia: perché “non basta “annunciare delle verità giuste e limpide, bisogna mostrarle con l’esempio”.
L’ultima: “Siamo sulla stressa barca” e “la piaga della pandemia Covid-19 ha mostrato al mondo la sua fragilità costitutiva e la sua impreparazione ad affrontare un futuro che può rivelarsi tumultuoso e distruttivo, anche in vite umane”. Il cardinale ha quindi incoraggiato i membri del Comitato dei ministri a fare in modo che “l’Europa sia la casa di ogni persona umana e che ogni persona umana vi si senta a casa propria” e che “ciascuno si riconosca fratello e sorella di ogni altra persona”.
Una serie di incontri digitali tra il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e i vertici del Consiglio d’Europa hanno segnato un’altra tappa delle celebrazioni, in questo 2020, del 50° anniversario della presenza della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. “Fin dal momento della fondazione” di questa istituzione pan-europea, ha detto il cardinale, la Santa Sede “ha espresso vivo interesse” per il lavoro di questa istituzione “a favore della tutela e promozione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto in tutto il continente”; ma è la dignità della persona umana “che la Santa Sede considera la sua principale priorità”. Ed è “soprattutto in questo momento storico, in cui siamo tutti preoccupati dalla pandemia Covid-19” che è necessario considerare la “centralità” di questi temi.
Parolin ha specificato come alla Santa Sede – che ha lo statuto di “Osservatore permanente presso il Consiglio” – in realtà non basti “osservare” la realtà, ma “lavori a costruire strutture di solidarietà a beneficio di tutti”, muovendo da alcune “verità universali” (elencate sopra) che il cardinale ha elencato e tratteggiato nel suo intervento, in cui ha più volte fatto riferimento alle parole di Papa Francesco e in particolare alla visita di Bergoglio a Strasburgo il 25 novembre 2014. Parolin ha anche incontrato online le Ong cattoliche che lavorano a Strasburgo e le ha esortate in particolare a “promuovere la fraternità umana” e a “unire le forze”.