Natalità, ora i fatti
Natalità, ora i fatti Assegno o quoziente familiare, detrazioni fiscali, no tax area: sono molte le ipotesi sul tavolo per far ripartire la natalità. Il problema è che sono ipotesi
Si cerca la bacchetta magica. Invece non esiste. Assegno o quoziente familiare, detrazioni fiscali, no tax area: sono molte le ipotesi sul tavolo per far ripartire la natalità. Il problema è che sono ipotesi. Le ultime dichiarazioni del ministro Giorgetti confermano, ancora una volta, l’intenzione del Governo Meloni di sostenere le famiglie con figli con l’obiettivo di combattere l’inverno demografico.
«Non possiamo tassare allo stesso modo chi è single e chi ha una famiglia», ha detto il ministro. Principio sacrosanto. E invece contestato, perché quando si parla di famiglia e demografia, l’ideologia rispunta subito. Il fatto è proprio questo. Se ancora oggi l’Italia non ha messo in campo incentivi sostanziali alla natalità, è perché tutto finisce in “politica” (quella con la p minuscola), in ideologia e dibattiti inconcludenti.
L’esatto opposto di quel che servirebbe alle famiglie e a un Paese che l’anno scorso ha toccato il minimo storico di nuovi nati, 392.598 bambini. C’è differenza tra gli strumenti da mettere in campo ma, come ha scritto Massimo Calvi su Avvenire il 23 aprile, con sconti fiscali o potenziando l’assegno unico, «la famiglia va sostenuta». E in fretta, guardando ai dati Istat.
Non c’è una formula magica, si diceva. Generare figli ha a che fare con l’idea di futuro e con la speranza. Non si rimettono in moto solo con provvedimenti legislativi. Servono sicurezze, incentivi, più lavoro per i giovani e migliori condizioni di conciliazione vita-lavoro soprattutto per le donne. Occorre ripartire dal valore della famiglia.
Non serve, anzi va nella direzione opposta, un’idea “meccanicistica” e “consumistica” della generazione. Quella che si legge, ad esempio, dietro la scelta dell’Aifa di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per chiunque la richieda nei consultori pubblici. Una decisione che è già realtà nei consultori dell’Emilia-Romagna, così come la possibilità di abortire con la Ru 486, nonostante dal governatore Bonaccini in giù ci si lamenti che «la coperta è sempre più corta» e i fondi per la sanità sempre più scarsi.
Il messaggio che passa è che la gravidanza è un “incidente di percorso” e avere figli è solo effetto collaterale: per eliminarli, basta una pastiglia. Quanto di più distante da un’educazione all’affettività, alla conoscenza del proprio corpo e al dono prezioso che è l’unione tra un uomo e una donna. C’è una mentalità “anticoncezionale” da combattere per far ripartire la natalità. Su questo, tutti siamo interpellati.