Turismo solidale
Turismo solidale La voglia di riprendere ogni attività prima possibile è molto più forte delle difficoltà da superare
La Romagna è ferita. Lo diciamo da due mesi. È ferita ma ha rialzato la testa, da subito. I problemi sul terreno rimangono tutti, ma qua la voglia di riprendere ogni attività prima possibile è molto più forte delle difficoltà da superare.
Le richieste al Governo e alle istituzioni locali, dai Comuni alla Regione, di fare presto rimangono le stesse avanzate dal primo giorno dopo il disastro, i morti e le devastazioni. In molti hanno rassicurato la popolazione: «Non vi lasceremo soli» è stata una delle frasi più ascoltate. Anche negli ultimi giorni si sono viste personalità di spicco del Governo, con il ministro Sangiuliano che si è voluto rendere conto di quanto accaduto all’abbazia del Monte, a Cesena, e al seminario diocesano di Forlì e all’archivio storico.
Sulle colline martoriate da migliaia di frane sono stati riaperti i cantieri per la definitiva messa in sicurezza. Come scriviamo fin dai primi momenti, si tratta di lavori enormi per i quali occorreranno molto tempo e ingenti disponibilità economiche, su un terreno che ha mostrato quanto sia fragile.
Molti si attendono dal commissario Figliuolo importanti e tempestivi interventi. Il decreto con il quale è stato nominato ha previsto i relativi stanziamenti per essere operativi. Stilare una lista delle priorità sarà necessario, ma per farlo sarà decisivo recarsi sul posto e ascoltare le storie di chi è stato coinvolto dalla calamità.
Intanto sulla costa l’estate è in piena stagione balneare. Il mare non ha subito troppi guasti e quei pochi sono stati ripristinati. C’è voglia di normalità e c’è anche il desiderio di fare comprendere che la Romagna è quanto mai viva. Il turismo, che in queste terre è diventato uno dei simboli dell’Italia nel mondo, può essere uno dei volani che fa ripartire tutta l’area colpita dagli eventi del maggio scorso. Può essere anche una vetrina in grado di mostrare l’efficienza di questa terra fatta di gente orgogliosa e laboriosa.
I disastri dell’alluvione rimangono e nessuno li vuole nascondere. Anzi, per quelli occorrono tanti soldi, più dei 2,7 miliardi stanziati, da cercare in fretta e da impiegare al meglio, come il generale Figliuolo potrebbe fare. D’altro canto la voglia di ripresa è così forte che ha bisogno del sostegno di tanti. Un aiuto che qua si chiede ai turisti del mare e agli amanti delle città d’arte, a chi frequenta gli agriturismi a chi cerca i posti caratteristici dell’enogastronomia.
Perché la Romagna, anche dopo l’alluvione, è e rimane la patria dell’ospitalità.