Politica è servizio
Politica è servizio Elezioni per il Quirinale. Con l’accoppiata Mattarella-Draghi continua il commissariamento della politica italiana. Intendiamoci: va bene così. Mattarella sul colle più alto assicura garanzia e stabilità
Si prosegue. Con l’accoppiata Mattarella-Draghi continua il commissariamento della politica italiana. Intendiamoci: va bene così. Mattarella sul colle più alto assicura garanzia e stabilità.
Ha acquisito riconoscimento e stima sul piano internazionale ed è colui che ha chiamato a palazzo Chigi l’ex presidente della Banca centrale europea. Draghi non può che rimanere al suo posto. Su queste colonne lo abbiamo scritto più volte.
In questo momento per l’Italia è insostituibile. Il nostro Paese, grazie al presidente del Consiglio, ha riacquistato un ruolo importante nel consesso fra le nazioni. Ha una parola da dire e quando viene pronunciata è molto ascoltata. All’interno, Draghi gode di grande popolarità, come forse mai era accaduto in passato. E poi siamo ancora nel bel mezzo di una crisi sanitaria senza precedenti che porta con sé questioni economico-sociali di grande rilevanza.
Eppure non si può cantare vittoria. La soluzione cui si è arrivati ci soddisfa da un lato, ma lascia molta amarezza dall’altro. Il sistema dei partiti non diciamo che è al capolinea, ma ancora una volta ha mostrato tutti i suoi limiti. Non in se stesso, ma nei suoi attori principali. Nel centro destra il fronte si è sfaldato. Il leader Salvini è stato di fatto esautorato da Forza Italia che alla fine ha gestito la partita decisiva sul nome di un politico e non di un tecnico. Bocciate tutte le donne, di valore quelle proposte, e quella di Casini, rimaneva solo la soluzione di un Mattarella-bis. Sul fronte opposto è stata chiarissima la frattura all’interno del movimento Cinque stelle, con Conte che ha trattato con il segretario della Lega e Di Maio che si è battuto per l’elezione di Mario Draghi. Letta del Pd è rimasto fermo senza fare nomi: ne ha bloccati tanti puntando sul duo Draghi-Mattarella.
Adesso che succede? I più dicono che l’Italia ne esce rafforzata e l’azione di governo pure. Draghi è sceso in campo anche come mediatore. Con ogni probabilità è stato il suo intervento a convincere il Capo dello Stato ad accettare, dopo i tanti dinieghi espressi negli ultimi mesi.
«Se il Parlamento chiama – ha detto il rieletto presidente – non si può rifiutare». Per spirito di servizio, questo lo stile dimostrato. Ecco la parola: servizio. Più di altro, in politica serve il servizio. Il potere è nel servire ai livelli più alti e di maggiore responsabilità. In sintonia con la gente, alla maniera di Draghi e Mattarella. Dopo una settimana di passione, l’hanno capito anche i grandi elettori. E i loro leader?