Prezzi alle stelle
Prezzi alle stelle Sembra tutto surreale, anche i prezzi dei carburanti lievitati a dismisura, pane, pasta e oli introvabili, scaffali dei supermercati semivuoti. Siamo quasi un’economia di guerra, da razionamento
«Una colossale truffa». Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nei giorni scorsi ha definito l’indiscriminato e inarrestabile aumento dei prezzi di benzina e gasolio. Prezzi arrivati alle stelle. La scorsa settimana a Roma ho fotografato quanto esposto da un distributore a due passi dalla basilica di San Pietro: 2,409 euro per la benzina che ancora superava il diesel. Poi, nelle ore seguenti si è verificato il sorpasso. «Una truffa a spese delle imprese e dei cittadini», ha aggiunto Cingolani. Poi tutti sappiamo che ha parzialmente corretto il tiro, ma ormai l’accusa era stata lanciata.
Tanto è vero che in seguito la magistratura romana (cfr pag. 13 edizione cartacea) ha aperto un’inchiesta contro ignoti per appurare eventuali responsabilità sui rincari da capogiro. Si sta parlando tantissimo di accise, quell’insieme di tasse che col tempo si sono sedimentate sul prezzo finale dei carburanti. Con l’Iva si tratta di 34,9 miliardi di euro per le casse dello Stato, il 4,5 per cento delle entrate nel 2021. Una somma ragguardevole con la quale, con molta probabilità, abbiamo anche comprato i vaccini, asfaltato strade e tenuto aperti gli ospedali. La vera questione penso sia un’altra, quella che si verifica ogni volta che ci si deve confrontare con uno choc di questa portata. È un film già visto. Chi ha i capelli grigi può ricordare il 1973 e le domeniche senza auto per fronteggiare il blocco delle forniture di greggio verso l’Occidente.
Ora ci si deve attrezzare in un’altra maniera. Il mondo è molto cambiato, anche se noi uomini e donne del 2022 sembriamo non comprenderlo. Si combatte come non ci saremmo mai immaginati, in Europa, con una grande potenza che ha invaso un vicino Stato indipendente. Anche solo scriverlo pare non vero. Sembra tutto surreale, anche i prezzi dei carburanti lievitati a dismisura, pane, pasta e oli introvabili, scaffali dei supermercati semivuoti. Siamo quasi un’economia di guerra, da razionamento. In questo mezzo delirio collettivo a rimetterci sono sempre i soliti, noi cittadini normali, e a guadagnarci gli speculatori.
Che fare in questa condizione così compromessa? Innanzitutto non farsi prendere dal panico. Come confermano gli addetti ai lavori, non ci sono al momento problemi di approvvigionamenti. La corsa agli acquisti li può causare. Poi, chiedere al governo di vigilare e di pensare avanti. Ma non solo a ciò che accadrà tra una settimana, ma tra 10, 20 o 30 anni. Per creare oggi un futuro più giusto per domani.