Dignità a 360 gradi

Dignità a 360 gradi Dignitas infinita, il solo titolo è già tutto un programma. La Chiesa, dopo cinque anni di lavori, dà alle stampe un documento che raccoglie quanto detto e scritto numerose volte. Mette insieme pezzi di dottrina costruita nel tempo anche grazie ai Papi che si sono succeduti

Dignitas infinita, il solo titolo è già tutto un programma. La Chiesa, dopo cinque anni di lavori, dà alle stampe un documento che raccoglie quanto detto e scritto numerose volte. Mette insieme pezzi di dottrina costruita nel tempo anche grazie ai Papi che si sono succeduti.

Fino a Francesco. Sì, fino a Bergoglio che molti vorrebbero mettere all’angolo sulle questioni etiche e farlo paladino delle conquiste progressiste. Niente di più subdolo, diciamolo. Il Papa e la Chiesa non si fanno incasellare, neppure da chi, da dentro, cerca ogni pretesto per dare patenti di destra o di sinistra. Un gioco scorretto cui il Pontefice si è sempre sottratto e di fronte al quale non è mai indietreggiato. Il suo unico scopo è annunciare il Vangelo e la bellezza dell’esperienza cristiana.

Sono inutili le interpretazioni partitiche, da uno schieramento e dall’altro, dopo la presentazione da parte del Dicastero per la Dottrina della fede. Vale la pena riprendere in mano l’evangelista Matteo, al capitolo 25: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria… dirà a quelli che stanno alla sua destra: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere…».

Questo si trova scritto nel Nuovo testamento, nel brano “Il giudizio finale”. Qui si narra di persone, in carne e ossa, quelle che a volte bussano alle nostre porte.

Come quelle prese in considerazione dal documento vaticano. La dignità di ogni creatura è ontologica, sta nella sua natura. Per definizione. Ogni scorciatoia è una riduzione per fini di bottega. E ciò vale per ogni condizione umana, dal concepimento fino alla morte naturale. Nulla di nuovo, neppure per quanto attiene alla maternità surrogata, una forma di schiavitù che la Chiesa, per ciò che sostiene e testimonia, non può non condannare. Così come ogni altra forma di controllo di uomini e donne: condizionamenti e sfruttamenti di ogni tipo nelle guerre, sul lavoro, nell’ambiente digitale. Nulla di nuovo, se non la rivoluzione che la Chiesa fondata su Cristo annuncia da duemila anni: la dignità di ogni uomo che, in quanto tale, nel suo volto ha impresso quello di Dio. Non c’è ambito che non sia stato preso in considerazione, anche se poi il lungo elenco, è stato detto, non è esaustivo.

Come dire, con chiarezza, c’è dell’altro. E tutto sullo stesso piano.

Senza tutele di maggiore rilievo e altro meno. «Ero straniero e mi avete accolto», così come si accoglie una vita nascente o un morente cui si tiene la mano negli ultimi momenti di vita.