La casa comune

La casa comune Magari qualcuno dirà che non è vero che le temperature si stanno alzando, visto il crollo di questi ultimi giorni. Invece è tutta una conseguenza. La cura per gli uomini e le donne di oggi passa anche per l’attenzione del Creato, all’ambiente in cui viviamo

La Terra soffre. E lo fa sotto i nostri occhi. Spesso ci fa più comodo non vederlo. Questa lenta agonia ci fa paura, incute timori. Sappiamo che i mari si innalzano e che i ghiacciai si sciolgono. Notiamo gli arretramenti delle nevi perenni a vista d’occhio sulla Marmolada, sull’Adamello, sulle Alpi occidentali. Sappiamo che tutto ciò accade, ma preferiamo non prenderne coscienza. Facciamo finta di niente. Un po’ come quando ci comportiamo come se Dio non esistesse. Si procede, guardando solo sé stessi.

La nostra casa comune scricchiola. Il pianeta che abitiamo grida le sue difficoltà, si fa sentire. Lo esprime con gemiti e pianti. Papa Francesco non perde occasione per ricordarlo in ogni angolo del globo. In argomento ha scritto pure un’enciclica, la Laudato si’. Nel recente viaggio in Asia e Oceania lo ha ribadito in più occasioni, fino alla conferenza stampa in aereo durante la quale ha chiesto meno parole e più fatti.

Quella ormai al tramonto è stata l’estate più calda di sempre. Non occorrono statistiche. È sufficiente ricordare quante giornate torride abbiamo attraversato. I colori dei tramonti e delle albe sono d’incanto, ma ci avvertono: non sono tipici di queste latitudini. Sono gli spettacoli che si godono nelle fasce tropicali.

Nei giorni scorsi una donna è morta di freddo sul sentiero verso il rifugio Puez, in Alto Adige. Marito e moglie, entrambi canadesi, sono stati sorpresi da una tormenta di neve, attorno alle quattro del pomeriggio.

Hanno perso il sentiero e sono stati rintracciati solo a tarda notte, a 2300 metri di altitudine, non in alta quota, nella prima metà di settembre. Al caldo estremo è succeduto un anticipo di autunno inoltrato che ha portato nevicate sull’arco alpino. Un cambiamento repentino che ha colto molti impreparati.

Magari qualcuno dirà che non è vero che le temperature si stanno alzando, visto il crollo di questi ultimi giorni. Invece è tutta una conseguenza. La cura per gli uomini e le donne di oggi passa anche per l’attenzione del Creato, all’ambiente in cui viviamo.

La Chiesa da decenni parla di ecologia integrale. Una voce isolata, a volte anche irrisa, ma assai profetica visti i frequenti disastri cui assistiamo, effetti dei maltrattamenti che subisce il nostro pianeta. Ne abbiamo avuto un segno evidente in Romagna con l’alluvione del 2023.

Serve cura per la nostra casa comune e per quanti la abitano. Due lati della stessa medaglia. Per costruire il futuro, che è già presente.