Scuola, basta rinvii
Scuola, basta rinvii La decisione presa dalla nostra Regione di rimandare il ritorno in classe per gli studenti delle superiori ha avuto tantissime reazioni. Prima di tutto perché si tratta dell’ennesima proroga e poi perché alla data indicata del prossimo 25 gennaio adesso non crede più nessuno
L’ennesimo rinvio è arrivato come una tegola in testa. La decisione presa dalla nostra Regione di rimandare il ritorno in classe per gli studenti delle superiori ha avuto tantissime reazioni. Prima di tutto perché si tratta dell’ennesima proroga e poi perché alla data indicata del prossimo 25 gennaio adesso non crede più nessuno.
I ragazzi di licei, istituti tecnici e professionali sono in modalità Didattica a distanza, la famosa Dad, da ormai un anno.
Senza nulla togliere a quanto realizzato dalle scuole, in particolare da dirigenti e prof che si sono dovuti reinventare un mestiere nel giro di pochissimi giorni, è evidente ai più che le lezioni in presenza sono un’altra realtà. Qualcosa di ben diverso, per essere chiari.
Non lo dico io. Lo dicono gli esperti, quanti si occupano di dinamiche del mondo giovanile, di educazione e di nuove generazioni. Caso mai io potrei dirlo da padre di famiglia. Chiunque, credo, può intervenire in argomento ed esprimersi.
Rimane comunque assai chiaro che la vita dei giovani (e non solo quella dei giovani), come avvenne per noi e come accade oggi, vuole la relazione. In presenza, come si dice adesso.
Già soffriamo per la rinuncia alle strette di mano, agli abbracci, agli incontri.
Immaginiamoci cosa può accadere nei nostri ragazzi, costretti da mesi a collegarsi tramite uno schermo. Certo le circostanze vanno affrontate per quelle che sono, ma le scuole superiori erano e sono pronte per affrontare il rientro in aula.
A pagina 3 dell’edizione cartacea di questa settimana, ospitiamo la lettera firmata dai rappresentanti del Consiglio di istituto del liceo scientifico “Righi” di Cesena. Un intervento carico di passione, da cui traspare il forte desiderio di mettersi nei panni di questi adolescenti che vogliono tornare a sudare sui libri con i loro compagni di classe e con i loro insegnanti.
Mai come ora si avverte la mancanza della scuola. I prefetti e i dirigenti, con tutte le componenti che operano negli istituti, si sono ingegnati per un rientro in sicurezza, previsto al 50 per cento. Istruzioni in video, mascherina in classe, lavaggio delle mani, aumento delle corse dei bus su tutte le linee: tantissimo è stato predisposto, ma non è servito a nulla.
È vero che i dati sui contagi sono sempre alti, ma i nostri giovani non possono più aspettare. Si è fatto di tutto per adeguarsi alle normative ed è stata adottata ogni precauzione. È il momento di tornare sui banchi. Per studiare, imparare e faticare. Per affrontare la vita, quella senza campane di vetro, fatta anche di emergenza sanitaria e distanziamenti. Ma ora non si perda altro tempo. Di tempo se ne è perso anche troppo.