Molto teatrino, poca sostanza
Molto teatrino, poca sostanza Le scaramucce e le imboscate sono sempre le stesse. E i nostri alleati in Europa che ci devono prestare una valanga di soldi ci scrutano sbalorditi
Inutile girarci attorno: la gente non capisce. Questa crisi politica e di governo la gente, e tra la gente ci sono io e ci siete voi, cari lettori, proprio non la manda giù.
Non la comprende, scriviamolo a chiara lettere. “Crisi incomprensibile”, l’ha definita lunedì scorso alla Camera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Come si può pensare di mandare in crisi un governo nel mezzo di una pandemia così grave?
Hanno un bel po’ da scalmanarsi i vari leader per tentare l’impossibile impresa di farsi capire. Qui di ragioni ce ne saranno anche, e da vendere, ma mi chiedo: perché quei signori che ora litigano non si sono seduti attorno a un tavolo e non hanno parlato di Mes? Perché non si sono confrontati sul recovery plan? Perché non si sono detti che si trovano antipatici a vicenda, Renzi e il premier? Perché non se le sono dette di santa ragione, se ragione c’era sul serio?
Invece no. E allora è tutto un balletto di interviste e dichiarazioni sui giornali e in tv.
E poi sui social, per darsi frecciatine e stoccate, per farsi sgambetti e preparare trabocchetti. Per vedere chi cede per primo.
E di veti incrociati: io con Renzi non ci sto più. I cinque stelle non li vogliamo, quei populisti. E ancora: stai sereno, come ai tempi di Letta; Italia viva è inaffidabile. Il Pd è succube di Di Maio e Grillo, solo per citare alcuni tra i tanti strali cui abbiamo assistito, non poco infastiditi, in queste ultime settimane.
Ha il suo daffare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel tentare di richiamare alla responsabilità davanti alle sfide che attendono il nostro Paese. Il discorso di fine anno, osannato dai più, è già dimenticato ancora dai più che cercano costruttori, responsabili, adesso volenterosi alleati dell’ultima ora per una maggioranza quasi impossibile.
Dalle opposizioni il ritornello è sempre quello: elezioni subito, via questi che non sono capaci di governare, date a noi il comando, prendiamo i soldi del Mes. Tutti insieme non offrono una proposta comune, ma stanno uniti solo nell’essere contro l’attuale esecutivo. Non è cambiato nulla dai tempi di Salvini, Conte e Di Maio. Sono solo mutate le parti.
Le scaramucce e le imboscate sono le medesime. Molto teatrino, poca sostanza. E i nostri alleati in Europa che ci devono prestare una valanga di soldi ci scrutano sbalorditi.
Stavolta, però, non sappiamo se si può scherzare. L’occasione è ghiotta ed è lì pronta. Avremo un minimo di maturità per coglierla? Il senso dello Stato lo richiederebbe, ma la vera questione è se si può contare sulla presenza di statisti. Gli attuali teatranti non sembrano all’altezza.