La ripartenza

La ripartenza Anche se il Covid ancora non è stato sconfitto, si sente che qualcosa tra noi sta cambiando. C’è il vento fresco della novità

Finito agosto, si riparte. Qualcuno dice anche: finalmente. Le vacanze ci vogliono, ci mancherebbe, ma nessuno rimpiange l’afa di agosto. Con le giornate più corte di luce e il clima che a volte ha il sapore dell’autunno, riprendono i ritmi della quotidianità ordinaria.

C’è voglia di ripartire. Si avverte in giro. È come se fossimo stati a lungo su una rampa di lancio. Il nostro Paese viene da un ventennio, l’ultimo, di crescita vicina allo zero, come mai si era visto dal dopoguerra in qua. Un periodo di stagnazione, anche di arretramento, nel tenore di vita e nelle classifiche mondiali e continentali. Adesso, anche se il Covid ancora non è stato sconfitto, si sente che qualcosa tra noi sta cambiando. C’è il vento fresco della novità. Sarà l’aria nuova portata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, uno davvero fuori dagli schemi e dall’autorevolezza internazionale indiscussa e indiscutibile. Sarà che tutti abbiamo un certo desiderio di riscatto, fatto sta che l’Italia vuole fare sentire la sua presenza. E gli italiani pure.

Sono arrivate le prime decine di miliardi di euro del Pnrr, un bel segnale di concretezza. Un segno di fiducia verso il nostro Paese che dice di un atteggiamento che sta cambiando nei nostri confronti.

Era ora. E forse ce lo meritiamo anche. Siamo stati troppo in panchina. Ora giochiamo tra i titolari per questa ripresa che si presenta positiva per noi e in particolare per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Non mancano le preoccupazioni, sia per le tensioni in Medio oriente con la drammatica vicenda dell’Afghanistan, sia per i timori inflazionistici che potrebbero derivare dalla penuria di materie prime. In poche settimane i concessionari di auto si sono svuotati. Per la carenza di chip, i famosi componenti elettronici che ormai sono ovunque, la Scania ha annunciato il blocco della produzione di camion per sette giorni. Non sono scherzi, quindi, ma situazioni di difficoltà oggettive dovute alla pandemia, al blocco dei porti e alla richiesta ora ripartita in maniera consistente.

I segnali, pur nelle difficoltà che nessuno si vuole nascondere, sono incoraggianti. I successi sportivi dell’estate 2021 possono essere di buon auspicio. Ora tocca a noi giocare la palla, ognuno nel proprio ruolo, in un gioco di squadra.