Non tutto è perduto

Non tutto è perduto È assai lampante che il clima non stia solo cambiando, ma è ormai del tutto modificato. Vogliamo continuare a negarlo?

L’evidenza appare fin troppo evidente. Scusate il cortocircuito di parole. Torno in argomento. È assai lampante che il clima non stia solo cambiando, ma è ormai del tutto modificato. Vogliamo continuare a negarlo? Vogliamo provare a ragionare di come, nei secoli scorsi, può essere accaduto qualcosa di simile? Vogliamo ancora provarci a giustificare l’ingiustificabile? Diamoci una svegliata, vorrei aggiungere. Smettiamola con i tira e molla e guardiamo la realtà per quella che è. Non voltiamo lo sguardo da un’altra parte. Siamo in questo periodo storico. Siamo immersi in questo mondo tecnologico che sfrutta fin troppo ciò che ha per le mani, senza curarsi delle conseguenze e di ciò che potremmo, o potremo, lasciare a chi verrà dopo di noi.

Non sono un esperto. Ma non bisogna esserlo, credo di potere azzardare, per comprendere ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi. Nei giorni della merla (fine gennaio) sembrava di essere in primavera avanzata e in questa prima metà di febbraio, con la colonnina di mercurio attorno ai 20 gradi, si respira un’aria da maggio inoltrato. Che succede? È quanto potrebbe e dovrebbe chiedersi una persona saggia, ma anche una normale. I nostri vecchi, più avveduti di noi che ancora sgobbiamo e ci innervosiamo per troppe ore al giorno, ci mettono in guardia. Ce lo dicono in tutte le maniere che bisogna mettere mano a qualcosa perché così non può funzionare.

La campagna è in piena fioritura, ormai, e le gemme spuntano sui rami che ancora dovrebbero riposarsi al freddo dell’inverno. Le stagioni sono sconvolte. Gli equilibri della nostra casa comune non esistono più. Il mar Mediterraneo è molto esposto ai cambiamenti perché si riscalda di più rispetto agli oceani. Qui da noi non piove da mesi. E quando arriva l’acqua dal cielo l’evento è spesso violento. Cosa dobbiamo aspettare ancora? Forse saranno le glaciazioni. Forse dipenderà da qualche altra congiunzione astrale, ma è certo che l’intervento dell’uomo ha una sua conseguenza. Non possiamo più fingere di non vedere.

Papa Francesco ha scritto un’enciclica illuminante su questi temi e sull’ecologia integrale che pone l’attenzione sull’ambiente e su chi lo abita, perché “tutto è connesso, tutto è collegato”. È ora di leggerla in maniera seria e di applicarla con comportamenti conseguenti. “Non tutto è perduto – scrive Bergoglio al n. 205 della Laudato si’– perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi”. Da qui possiamo e vogliamo ripartire, perché ancora non tutto è perduto. Ma non c’è altro tempo da perdere.