Domenica 22 aprile – 4ª domenica di Pasqua – anno B
Domenica 22 aprile - 4ª domenica di Pasqua - anno B È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomoAt 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18
Lo Spirito Santo accompagna il cammino della Chiesa; così Pietro con coraggiosa trasparenza mostra la logica mortifera e violenta che ha guidato l’agire dei suoi ascoltatori, e l’azione benefica con cui opera Dio, nella persona di Gesù.
Molto più di una propaganda di riciclo, è l’annuncio luminoso della vittoria del Bene a favore di chi a Lui si affida: Gesù pietra scartata, uomo condannato e messo a morte, è il caposaldo su cui poggia e cresce il Regno di Dio, è la promessa realizzata di vita eterna.
Un riflesso luminoso della Resurrezione riverbera nella seconda lettura dove Giovanni penetra nel cuore di Dio: il Suo amore è donato per dirci che siamo figli, realmente figli Suoi.
Comprenderemo questo mistero solo nel diventare sempre più quelli che siamo, grazie all’incontro personale con Gesù. Nel Vangelo delle prossime due domeniche è Gesù stesso a utilizzare alcune immagini che quasi ci fanno “toccare” le modalità del suo restarci vicino. Gesù si definisce pastore buono, che dà la sua vita per le pecore. Quelle che lo ascoltano, riconoscono la Sua voce e saranno un solo gregge.
Lo Spirito ci aiuta ad andare oltre l’immagine: chi dà la vita per esprime il valore di ciò per cui si dona, dice condivisione del dono della vita. E se ci sentissimo minacciati da lupi o mercenari, a cui certo non stiamo a cuore; se noi stessi ci valutassimo secondo criteri simili, non saremo lasciati in balia neppure di questi.
Il Padre e il Figlio condividono con noi il loro donarsi e custodire la vita uno dell’altro, uno per l’altro. Il tono della voce, la bontà della Parola ci dicono dell’appartenenza reciproca, sono un invito amorevole che porta a seguirlo!
È meglio rifugiarsi nel Signore, che confidare nell’uomo. Sì, è proprio il meglio per me non fare affidamento alla mia e nostra umanità, che a volte presume di bastare a se stessa, se non ricevendola e affidandola al Signore, dove trova dimora e rifugio.