Domenica 10 giugno – 10ª Domenica Tempo Ordinario – Anno B

Domenica 10 giugno - 10ª Domenica Tempo Ordinario - Anno B L’eterna lotta bene/male è vinta da Cristo una volta per tutteGen 3,9-15; Sal 129; 2Cor 4,13 - 5,1; Mc 3,20-35

Nella liturgia della 10ª domenica del Tempo ordinario si riprende la lettura del Vangelo di Marco, interrotta all’inizio della Quaresima (14 febbraio scorso). Le letture ci aiutano ad approfondire in che cosa consistano la presenza e l’azione di satana, la cui opera, ascoltando la Scrittura di questa domenica, accompagna da sempre l’uomo di ieri e di oggi, e come poter contrastare la sua azione.

“Ho udito la tua voce nel giardino; ho avuto paura, perché sono nudo e mi sono nascosto” (Gen 3,10). Dio cerca l’uomo (“Adamo dove sei?”) e Adamo, invece, teme l’avvicinarsi di Dio, immaginando che egli venga a punirlo. Adamo ed Eva fuggono dalla sua presenza, l’inganno di satana consiste nel gettare il sospetto su Dio: che Egli cioè non desidera donare la vita, ma trattenerla per sé.

Conoscere il bene e il male per i nostri progenitori indica l’essere liberi nelle scelte, liberi di sperimentare il bene e il male. Sperimentando il male per conoscerlo, l’uomo resta catturato, perde progressivamente il buono che resta in lui.

Molti sono i modi con cui satana continua a ingannare la nostra vita. Gesù ha operato guarigioni e liberato dal male, eppure c’è chi sospetta di lui. Gli scribi: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni”(Mc 3,22). Gesù smaschera l’assurdità di questa accusa perché satana non può liberarsi contro se stesso. Gesù è considerato un indemoniato, anziché riconoscere in lui i doni di Dio che ci fanno vivere.

Progredendo nel male l’uomo raggiunge il peccato contro lo Spirito Santo: ciò che è vero lo si considera falso, e ciò che è falso vero. Si pretendono segni senza riconoscere quelli che ci sono dati. Il peccato contro lo Spirito Santo non può essere perdonato, non perché è più grave degli altri peccati, ma perché dimostra l’assenza totale della fede, la rinuncia a convertirsi e dunque l’inutilità del perdono.

Le liberazioni degli indemoniati dimostrano che il regno di Dio è giunto (Mc 3,22) e che quello di satana è finito. Gesù ha vinto una volta per sempre passando attraverso la morte – resurrezione. La sua vittoria è data a ogni fedele nella Chiesa ed è attualizzata nella partecipazione agli altri “segni della vittoria di Cristo”, i sacramenti. Gesù susciti in noi il coraggio di continuare ad “annunciare” e donare carità, pur sentendosi gridare alle spalle: “È fuori di sé”. Tutta la vita del cristiano si faccia, come quella di Gesù, segno e strumento di pace, di riconciliazione, di fraternità e di giustizia.