Domenica 17 giugno – 11ª Domenica Tempo Ordinario – Anno B

Domenica 17 giugno - 11ª Domenica Tempo Ordinario - Anno B Il regno di Dio è senza confini. È per tuttiEz 17,22-24; Salmo 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34

Continuiamo ad accogliere e custodire la Parola che ci viene donata dal Signore in questo “tempo Ordinario”, il lungo periodo racchiuso fra la Pentecoste e l’inizio dell’Avvento.

Le letture di questa 11esima domenica suscitano in noi motivi di fiducia per l’azione di Dio nei confronti del popolo d’Israele e per la Parola di Gesù rivolta ai suoi discepoli. I tre versetti di Ezechiele e le parole di Marco sono tra loro legati per le immagini presentate e per il messaggio che ci vogliono dare.

La prima lettura allude alla vicenda storica del popolo di Israele, che si trova in esilio in Babilonia. Il profeta vuole consolare il suo popolo oppresso. Ciro, il nuovo re di Persia, nel 538, con un editto, concederà la libertà ai popoli sottomessi di Babilonia, compreso appunto Israele, che potrà ricostruire Gerusalemme e il suo tempio. Il popolo oppresso diventa, nell’oracolo del profeta, “un ramoscello” che Dio prenderà dalla “cima del cedro” (Ez. 17,22), per piantarlo di nuovo nella terra promessa sopra un alto monte. È bello che Ezechiele pronunci questa “parabola”: Dio non si dà per vinto, non si arrende, Dio resta fedele alla sua alleanza e vuole offrire all’uomo un futuro differente e nuovo.

L’evangelista Marco, nella prima delle due parabole, si sofferma sulla capacità intrinseca del seme che germoglia e cresce. Il contadino semina a piene mani, egli sa cosa deve fare nel campo, conosce le fasi delle coltivazioni, ma quello che avviene nella terra appartiene alla sfera dell’incomprensibile. La terra indica che il messaggio è destinato a tutti. Il regno di Dio non s’identifica più con un solo popolo, una nazione particolare (cfr. 1ª lettura).

Il piccolissimo seme della seconda parabola ci ricorda che il Regno di Dio non è appariscente, non s’impone, si allarga in orizzontale. Ci chiede forse di prestare attenzione a ciò che Dio attua, ogni giorno, nella vita delle persone, così da imparare a giudicare di meno, a non condannare chi risponde alle provocazioni  della vita di fede con modalità che a noi sembrano strane, insignificanti, misteriose o perfino assurde. Il Regno di Dio è senza confini ed è composto  da uomini e donne che sanno trasformare la propria vita con la parola di Gesù. È la volontà che Gesù trasmette ai suoi discepoli  e perciò a noi.

È quanto abbiamo chiesto all’inizio della celebrazione della Messa:

O Padre, che a piene mani semini nel nostro cuore il germe della verità e della grazia, fa’ che lo accogliamo con umile fiducia e lo coltiviamo con pazienza evangelica, ben sapendo che c’è più amore e più giustizia ogni volta che la tua parola fruttifica nella nostra vita.