Domenica 18 giugno – 11ª domenica Tempo Ordinario – Anno A

Domenica 18 giugno - 11ª domenica Tempo Ordinario - Anno A PURIFICARE E CURARE GLI ESCLUSI GLI OBIETTIVI DEI DISCEPOLIEs 19,2-6; Salmo 99; Rm 5,6-11; Mt 9,36-10,8

Ritorno all’ordinario, alla santità spicciola. Siamo arrivati al secondo discorso di Matteo, chiamato “discorso missionario” o d’invio. Questo invio dei discepoli scaturisce dalla compassione di Gesù verso le folle, tormentate e abbandonate. Gesù Messia è il primo a dare esempio di una costante, programmata, attività missionaria in tutte le città e i villaggi. Per Matteo, la missione propriamente detta avrà luogo dopo Pasqua.

Tuttavia qui si parla di missione. Siamo di fronte a un’introduzione narrativa al discorso di invio (9,35-10,5a) partendo dalla compassione di Gesù, espressione molto forte, dei versetti 35-36. Cosa fa Cristo prima di tutto? Li invita a pregare perché i mietitori siano abbondanti come lo è il raccolto (versetto 38). Chiamati i suoi 12 discepoli – espressione unica in Matteo – diede loro autorità: la stessa che Lui aveva ricevuto dal Padre. Prima di tutto si parla di autorità sugli spiriti impuri e poi sulla necessità di purificare i lebbrosi. I discepoli devono fare quello che tante volte ha fatto il Maestro: purificare e curare gli esclusi. Egli è venuto per ricostruire le relazioni umane e perciò libera da queste malattie affinché i corpi possano ritornare con gli altri. I 12 discepoli rappresentano le 12 tribù di Israele disperse e diventano i 12 apostoli inviati solennemente dal Maestro.

Segue la lista in cui risalta un “primo”: Simone chiamato Pietro. Cos’ha di speciale? A lui il Padre ha rivelato chi è il Messia e a lui sarà data la custodia delle chiavi. La maggioranza dei 12 sono galilei, ma vengono da tutte le parti: rispecchiano il popolo d’Israele e, a motivo del loro “caratterino”, dovranno cercare di andar d’accordo. In fondo, tutti sono chiamati ad accogliere il Regno di Dio.

Seguono le istruzioni agli apostoli. Poi annunci di molte persecuzioni, ma anche di “non temere”. Tanti inviati, tanti missionari… dalla vita affascinante come Matteo Ricci (1552-1610), che nacque nel giorno in cui morì san Francesco Saverio. Partì per l’India nel 1578: ordinato in viaggio, arriva a Macao nel 1582 e a Pechino dopo 23 anni. Si impegna nella lingua per 12 anni, scrive libri e disegna mappe, insegna astronomia e matematica. Sfinito per il lavoro, morì attorniato da tanti giovani gesuiti cinesi. Non dimentichiamo i nostri “fidei donum” in America latina degli anni 70-90. Per esempio, padre Luis Lintner (Bolzano): pur nella sua mitezza diventava duro e intransigente contro ogni forma di ingiustizia. Fu ucciso con un colpo di pistola al cuore.