Domenica 17 settembre – 24ª domenica Tempo Ordinario – Anno A
Domenica 17 settembre - 24ª domenica Tempo Ordinario - Anno A QUANTE GUERRE EVITABILI SE USASSIMO MISERICORDIASir 27,30 28,7; Salmo 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35
Nella parabola che leggiamo nel Vangelo di oggi, quello del Re misericordioso, troviamo per due volte questa supplica: «Abbi pazienza con me e ti restituirò» (v. 26). La prima volta è pronunciata dal servo che deve al suo padrone diecimila talenti, una somma enorme, oggi sarebbero milioni e milioni di euro.
La seconda volta la stessa frase viene ripetuta da un altro servo dello stesso padrone e il suo debito è piccolissimo, forse lo stipendio di una settimana. Il cuore della parabola è l’indulgenza che il padrone dimostra verso il servo con il debito più grande. Nella parabola, troviamo due atteggiamenti differenti: quello di Dio rappresentato dal re, che perdona tanto, perché Dio perdona sempre, e quello dell’uomo.
Nell’atteggiamento divino la giustizia è attraversata dalla misericordia, mentre l’atteggiamento umano si limita alla giustizia. Gesù ci esorta ad aprirci con coraggio alla forza del perdono, perché nella vita non tutto si risolve con la giustizia. C’è bisogno di quell’amore misericordioso alla base della risposta del Signore alla domanda di Pietro: «Signore se mio fratello commette colpe contro di me quante volte dovrò perdonargli?» (v.21). E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette». Nel linguaggio simbolico della Bibbia, questo significa che noi siamo chiamati a perdonare sempre.
Quanta sofferenza e quante guerre potrebbero essere evitate, se il perdono e la misericordia fossero lo stile della nostra vita. Anche in famiglia quante di queste disunite che non sanno perdonarsi, quanti fratelli e sorelle che hanno questo rancore dentro. È necessario applicare l’amore misericordioso in tutte le relazioni umane: tra coniugi, genitori, figli e all’interno delle nostre comunità, nella Chiesa, nella società e nella politica.
Non è facile perdonare, perché nei momenti tranquilli sottolineiamo il male che abbiamo ricevuto. Il rancore torna come una mosca fastidiosa d’estate, che torna e ritorna e torna… Perdonare non è questione di un momento. La parabola di oggi ci aiuta a cogliere in pienezza il significato di quella frase che diciamo nella preghiera del Padre Nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). A conclusione di questa riflessione voglio proporre la lettura di un’esperienza di perdono: “La crepa e la luce” di Gemma Calabresi Milite, edizioni Mondadori.