Domenica 26 settembre – 26ª domenica Tempo Ordinario – Anno B
Domenica 26 settembre - 26ª domenica Tempo Ordinario - Anno B NON CI PUÒ ESSERE CARITÀ SENZA GIUSTIZIANm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Nel Vangelo di oggi si toccano vari problemi.
Riguardo ai gruppi marginali Gesù invita alla tolleranza: “chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9, 40). Anche i piccoli servizi – come dare un bicchier d’acqua a un missionario di Gesù – riceveranno la loro ricompensa (versetto 41).
“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me” (versetto 42): i mikroi non sono i bambini, sono i semplici, gli umili, coloro che sono all’inizio di un cammino di fede, i cristiani “insignificanti”. Chi non rispetta e non accoglie “i semplici” mette in pericolo la loro fede incipiente e perciò diventa uno “scandalo”, un “ostacolo” nei loro confronti. Chi è la causa degli scandali mette in pericolo la propria salvezza eterna.
La “Geènna” – al tempo di Gesù – era una discarica dove i rifiuti bruciavano continuamente: si tratta di una immagine molto significativa del “fuoco eterno”. La condanna nel giudizio finale è la peggiore di tutte le cose, anche essere gettati nel mare legati a una macina.
Questo paradosso vuol dare un’idea del grave pericolo che corrono tanti cristiani. “I semplici”, erano bersagliati da coloro che nella comunità si consideravano “i sapienti” e “i forti”. Questi ultimi guardano “i piccoli” dall’alto al basso e li “scandalizzano”, cioè li spingono ad abbandonare la fede e perfino li fanno cadere in peccato.
Il problema dei “deboli” si trova molto presente anche in Paolo (Rm 14,1 – 15,7). I “piccoli”, i “semplici” racchiudono in sé un mistero e una dignità nascosta, infatti ricevono da parte di Gesù una particolare predilezione (Mt 18,6.10.14). Nel versetto 43 si applica la legge del taglione a tutte quelle parti del nostro corpo che se non stanno al loro posto e nel giusto servizio per il quale sono state create dovranno essere isolate e paralizzate. Sia ben chiaro, Gesù non allude affatto a una mutilazione fisica, ma esige con fermezza la rinuncia a molte esperienze, cioè alle attività peccaminose delle membra del corpo.
Di fronte a tutti i possibili scandali – che anche i membri della Chiesa possono dare – dobbiamo invocare molto Spirito Santo e chiederci: ho una coscienza ben formata e illuminata? Anche la nostra Diocesi – come tante altre – si è attrezzata per informare e sollecitare denunce, favorire interrogatori e rapidi processi per poter arginare il male che a volte è peggio di un tornado.
Non ci può essere carità senza giustizia. Ma io penso che il tribunale lo dovremmo avere, prima di tutto, dentro di noi… sperando che subito pronunci la sentenza, non dopo vent’anni. Vieni Spirito Santo.