Domenica 14 novembre – 33ª domenica Tempo Ordinario – Anno B

Domenica 14 novembre - 33ª domenica Tempo Ordinario - Anno B L’ELEMOSINA È OCCASIONALE LA CONDIVISIONE È DURATURADn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32

Nel leggere il Vangelo di questa domenica ci accorgiamo che il linguaggio “apocalittico” ci proporziona immagini… tremende. Cosa vogliono esprimere? Con questo rivestimento linguistico gli autori sacri – specialmente dal II secolo a.C. al II secolo d. C. – vogliono rivelarci un mistero così grande e sconosciuto il cui significato sarebbe molto difficile da penetrare. Noi crediamo nella incarnazione di Gesù di Nazaret – figlio di Maria e Figlio di Dio – quando venne nella sua prima venuta in mezzo a noi. Ma la Chiesa ha sempre annunciato anche la sua “seconda venuta”: quando verrà come giudice, sposo e amico.

Allora ci incontreremo con Cristo Risorto avvolto nella sua gloria, e noi ci sprofonderemo in lui. San Paolo nella Lettera ai Romani afferma che il cosmo condivide il destino dell’uomo: «Io ritengo infatti che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità… e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (8,18-21).

I cristiani “saggi” sanno leggere i segni premonitori del giudizio su questo mondo e così sono sempre pronti. In quanto “a quel giorno e a quella ora, nessuno lo sa” (versetti 13,32), niente paura, è probabile che per ciascuno di noi l’incontro con Cristo si realizzi prima della sua seconda venuta.

Il Papa ha indetto per questa domenica la 5ª Giornata mondiale dei Poveri. È un fatto: metà degli abitanti di questo mondo sono ammalati perché mangiano troppo e l’altra metà sono ammalati perché non hanno niente da mangiare.

Dice papa Francesco: «Gesù non solo sta dalla parte dei poveri, ma condivide con loro la stessa sorte. I poveri non sono persone “esterne” alla comunità, ma fratelli e sorelle con cui condividere la sofferenza, per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché venga loro restituita la dignità perduta… L’elemosina è occasionale, la condivisione invece è duratura. La prima rischia di gratificare chi la compie e di umiliare chi la riceve; la seconda rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia».

Non occorre aggiungere altro.