Domenica 27 ottobre – 30ª domenica Tempo Ordinario – Anno B
RICONOSCIAMO LA CECITÀ? «CORAGGIO! ALZATI, TI CHIAMA» Ger 31,7-9; Salmo 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52
Gesù continua il suo viaggio che lo porterà a Gerusalemme, ma prima di arrivare alla città santa fa tappa a Gerico. Essa si trova a 258 metri sotto il livello del mare, a circa 30 chilometri da Gerusalemme ed è una delle città più antiche del mondo. Anche al tempo di Cristo ricopriva una posizione strategica per tutti coloro che volevano andare nella capitale.
Il Vangelo di domenica 27 ottobre parla di “molta folla” che sta andando verso Gerusalemme, e questo si spiega per il semplice fatto che si avvicinava la Pasqua, una delle feste più importanti. Uscendo da Gerico, Gesù si incontra con un cieco costretto a mendicare. Bartimeo – così si chiama il cieco – è una figura ai margini, escluso dalla vita sociale, collocato fuori dalla città. Eppure Bartimeo possiede una dignità superiore a tante altre persone che accompagnano Gesù. Perché? Egli ha un nome, un’identità ben precisa e soprattutto perché nutre nei confronti di Gesù una fiducia senza limiti: sa vedere in lui il “Figlio di Davide”, mentre gli altri vedono in Cristo semplicemente “il Nazareno”.
La prima preghiera del cieco suona così: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Dopo il rimprovero della folla, la seconda supplica viene scandita a voce ancora più alta: «Figlio di Davide abbi pietà di me!». L’invocazione di Gesù come Figlio di Davide è sempre collegata con l’appello alla sua pietà. L’incontro con Bartimeo manifesta le caratteristiche proprie del Figlio di Davide: prima di tutto l’essere pieno di compassione e di potenza. Poi, il fatto che i ciechi possono rivolgersi a lui per recuperare la vista. Gesù non fa tacere il cieco – come cerca di fare la folla – ma lo fa venire a sé. Implicitamente accetta le sue grida e le conferma con il proprio agire. Gesù domanda al cieco: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Nella risposta il cieco chiama Gesù non più “Figlio di Davide”, ma “Signore”, e chiede di poter riacquistare la vista. Cristo risponde: «Va’, la tua fede ti ha salvato». Il cieco non solo ha recuperato la vista, ma ha anche riconosciuto Gesù come l’inviato di Dio, alla cui guida vale la pena affidarsi e spendere la propria vita.
Di lui si dice che seguiva Gesù “lungo la via”. Siamo noi capaci di riconoscere la nostra cecità? Abbiamo il desiderio di incontrare Gesù, Figlio di Davide per avere la grazia di vedere di nuovo? Sappiamo vedere e ascoltare chi lungo la strada della vita ci dice: «Coraggio! Alzati, ti chiama»?