Domenica 26 aprile – 3ª domenica del Tempo Pasquale – Anno A
Domenica 26 aprile - 3ª domenica del Tempo Pasquale - Anno A Resta con noi Signore perché si fa seraAt 2,14.22-33; Salmo 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
Il brano del Vangelo di questa III Domenica di Pasqua è indicativo della nostra situazione umana in cui spesso ci troviamo. A volte la nostra vita è velata di tristezza perché non siamo capaci, con le sole nostre forze, di alzare lo sguardo verso quel Cristo che dà, con la sua vita e con la sua Parola, respiro e sicurezza alla nostra esistenza quotidiana. La stessa situazione che può capitare in questo lungo periodo di emergenza sanitaria che ci costringe tutti nelle nostre abitazioni, senza rapporti sociali.
“Noi speravamo…”, dicono i due discepoli di Emmaus allo sconosciuto che si associa al loro cammino e se ne vanno tristi, con la faccia verso terra perché la loro speranza, con gli avvenimenti della Passione e della Crocifissione, è stata infranta lasciandoli nell’avvilimento e nel dubbio.
Ed è qui che Gesù risorto, che loro molto depressi non erano capaci di riconoscere, è impaziente di riaccostare gli uomini privi di speranza. Con una delicatezza e una pazienza incredibili riaccende lungo il cammino, segno del nostro andare nella vita di ogni giorno, la speranza spenta nei loro cuori con la spiegazione chiara della Parola di Dio che riguardava la sua vita che, con la Risurrezione, non rimaneva su un piano solo umano, ma manifestava quella novità e pienezza che sono l’unica salvezza proveniente solo da Lui, Figlio eterno del Padre.
A questo punto, giunti al villaggio di Emmaus, lo sconosciuto sembra voler andare oltre nel suo cammino, ma i due discepoli gli rivolgono un invito insistente, suscitato in loro dalle parole di Gesù: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. È una preghiera così densa di significati, anche per noi, anche in questi giorni difficili, che Gesù accoglie e poi premia.
Anche per noi, che spesso poniamo in modo sbagliato la speranza solo nelle vicende di questa vita terrena, si fa presto sera e il giorno della nostra esistenza tramonta e scompare. Per cui questa preghiera di tre parole rivolta a Lui – “resta con noi” – dev’essere continua e piena di fiducia, anche a riguardo del Coronavirus.
Gesù ascolta e accoglie questo invito ed entrando in casa dei discepoli, rendendosi presente in noi con la sua forza divina ed il suo amore, si rivela a noi “nello spezzare il pane” e così, come i due discepoli, lo sappiamo riconoscere. È con i due segni: della Parola e del Pane eucaristico che Cristo risorto rimane sempre presente nella Chiesa e nella nostra vita di credenti. Il Signore ci chiede solo un po’ di fede per fare ogni giorno l’esperienza di Lui risorto e Salvatore.
Le altre letture di oggi sono sempre un aiuto e un approfondimento del brano di Vangelo perché la Pasqua del Signore è un fatto che non possiamo ignorare. Noi siamo chiamati ad essere testimoni vivaci di Cristo risorto, datore della vera vita, di fronte agli uomini e a tutte le realtà di questo mondo.
Nella prima Lettura (Atti) Pietro, col dono dello Spirito Santo, spiega a tutti i presenti, che ben conoscevano la Bibbia, la vicenda storica di Gesù. La giovanissima Chiesa di Gerusalemme poggia la sua fede sulla roccia solida dei fatti storici concreti riguardo a Gesù, che tutti conoscevano, fino al culmine della sua Risurrezione, luce e spiegazione di tutta la sua vita. Di fronte a Cristo risorto Pietro chiede a tutti, anche a noi, di mostrarci cristiani veri dando la nostra testimonianza con la fede e con le opere.