Domenica 6 ottobre – 27esima domenica Tempo Ordinario – anno C
Domenica 6 ottobre - 27esima domenica Tempo Ordinario - anno C Servi inutili, pronti all’appuntamento che conta davveroAb 1,2-3; 2,2-4; Salmo 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10
Di fronte al brano di Vangelo di questa settimana ci sentiamo tutti spiazzati. Sì, perché non avere neanche un pizzico di fede grande come un granello di senape, tra i più piccoli dei semi… Come è possibile, ci chiediamo sconcertati e delusi. Ma allora perché quell’albero non si sradica e quel che desideriamo spesso non si avvera? Perché la nostra fede è così miserrima e vacillante? Come mai, Signore?
Il brano tratto dal Vangelo di Luca vuole ricordare la potenza della fede e l’umiltà del servizio del discepolo di Cristo. Se da un lato appariamo tutti quasi increduli, tanto da non saper dimostrare neppure un briciolo di fede, dall’altro il Signore ci invita a essere umili servitori. “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare”. Questi pochi versetti hanno una potenza inaudita. Ci riportano sulla terra. All’uomo di oggi, a me, a noi, a quanti si ritengono immortali, invincibili, forti, padroni della propria vita grazie alla tecnologia, alla scienza, alla salute, Cristo ricorda che alla fine di tutto ognuno di noi non è altro che un servo inutile.
Intendiamoci: il Signore Gesù non ci vuole snobbare e neppure sottovalutare. Ci vuole solo ricordare la nostra condizione umana. Se ci allontaniamo dall’origine non valiamo più nulla. Se stiamo attaccati a Chi ci ha dato la vita, possiamo anche essere e rimanere servi inutili, ma il nostro posto nel mondo ha un valore, è per qualcosa. Si inserisce in un disegno più grande che va oltre noi. Quando avremo fatto quello che ci è stato chiesto non dobbiamo aspettarci nulla in contraccambio. Avremo già avuto tutto, mi sentirei di arrischiare. Siamo come il fratello maggiore della parabola del padre misericordioso (Lc 15,31). Siamo di casa, non occorre domandare nulla. Già condividiamo tutto. Non c’è nulla da chiedere in aggiunta.
Possiamo allora essere anche servi inutili. Ma il nostro posto è quello e di quel posto godiamo e siamo grati. Sì, perché alla fine della giornata, la paga sarà sempre la stessa (Mt 20,1-16). L’importante sarà avere avuto le lucerne accese e presentarsi pronti per quando arriverà lo sposo (Mt 25,1-13). Allora, servi inutili mi va anche bene. È uno scossone per me, per noi, efficace perché Chi ci viene incontro ci trovi svegli e pronti all’appuntamento che conta davvero.