Il web ha problemi di relazione
Il web ha problemi di relazione I nostri figli non sono solo nativi digitali, ma anche “precoci digitali”. È uno dei particolari che emerge dalla prima ricerca Auditel-Censis sugli stili di vita delle famiglie italiane, presentata il 25 settembre scorso a Roma.
I nostri figli non sono solo nativi digitali, ma anche “precoci digitali”. È uno dei particolari che emerge dalla prima ricerca Auditel-Censis sugli stili di vita delle famiglie italiane, presentata il 25 settembre scorso a Roma.
Secondo i dati, continua l’invasione delle nuove tecnologie, che ci vedono tutti connessi, sempre e dovunque. A partire da piccolissimi, appunto. Basti pensare che, nella fascia 4-10 anni, il 17,6% ha il cellulare, il 24,2% utilizza il computer portatile, il 32,7% il tablet e il 49,2% è connesso al web.
Pur essendo inferiore a numerosi paesi europei, la percentuale di famiglie che dispone di accesso a Internet nel nostro Paese è molto alta, pari all’82,2%. C’è però una forte oscillazione territoriale, che penalizza il Sud, e una diversificazione sociale, che premia chi ha un alto livello socioeconomico.
I nati dal 2000 in avanti sono il banco di prova tangibile degli effetti sociali dei nuovi strumenti digitali, anche sulle relazioni familiari. È questa una delle criticità sottolineate nel corso della presentazione del Rapporto da parte di Giuseppe De Rita, presidente del Censis. A suo dire, infatti, la tecnologia “aumenta la crisi della relazione”. Il vero problema – ha specificato lo studioso – “è la rottura delle relazioni, che si somma a un’ulteriore individualizzazione”.
Il rischio è che “la famiglia diventi solo più una sommatoria di persone che convivono”. Il riferimento è anche al fatto che, mentre la tv è stata fin dalla sua prima diffusione un elemento aggregante, la fruizione di contenuti attraverso lo smartphone isola. I numeri del Rapporto lo dicono così: sono 28 milioni le persone che usano lo smartphone di notte nel proprio letto; per 11,8 milioni lo smartphone è all’origine di conflittualità fra le mura di casa, mentre per 3,4 milioni si è rivelato detonatore di crisi familiari.
In questo quadro, giunge quanto mai opportuno il tema scelto da papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Siamo membra gli uni degli altri (Ef 4,25). Dalle community alle comunità”. Francesco chiede di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione intesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro con l’altro.
La scelta del Papa sollecita una riflessione sulla natura delle relazioni in Internet, per ripartire dall’idea di comunità come rete fra le persone nella loro interezza, dove comunicare è molto più che chattare. Neanche avesse letto i dati dell’indagine Auditel-Censis.