Bambini online, la prudenza non è mai troppa
Bambini online, la prudenza non è mai troppa Vietato pubblicare sui social network le foto dei figli minorenni se entrambi i genitori non sono d’accordo. Si può riassumere così la sentenza emessa nei giorni scorsi dal Tribunale di Mantova, tornata ad alzare il velo su una questione che va oltre il pur necessario consenso di papà e mamma a pubblicare online le foto dei loro bimbi.
Vietato pubblicare sui social network le foto dei figli minorenni se entrambi i genitori non sono d’accordo. Si può riassumere così la sentenza emessa nei giorni scorsi dal Tribunale di Mantova, tornata ad alzare il velo su una questione che va oltre il pur necessario consenso di papà e mamma a pubblicare online le foto dei loro bimbi.
Il caso che ha riacceso il dibattito è quello di un padre che ha presentato ricorso contro l’ex moglie accusandola di comportamenti diseducativi. L’istanza è stata motivata dal fatto che, nonostante l’accordo seguito alla separazione lo escludesse, lei continuasse a mettere in rete le immagini dei due figlioletti di 3,5 e 1,5 anni.
Il giudice ha dato ragione all’uomo e ingiunto alla donna di cessare la pubblicazione delle immagini e di rimuovere quelle già pubblicate. L’inserimento di foto di minori sui social network – ha sottolineato infatti il Tribunale – “costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi, in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini dopo averli visti più volte in foto online, non potendo inoltre andare sottaciuto l’ulteriore pericolo costituito dalla condotta di soggetti che ‘taggano’ le foto online dei minori e, con procedimenti di fotomontaggio, ne traggono materiale pedopornografico da far circolare fra gli interessati, come ripetutamente evidenziato dagli organi di polizia”.
Un pericolo sopravvalutato? Difficile da sostenere, vista l’ultima relazione del Garante della privacy. La pedopornografia in Rete – affermava nel giugno scorso – è in crescita vertiginosa: nel solo 2016 sono state censite due milioni di immagini, circa il doppio dell’anno precedente. “Fonte involontaria – specificava inoltre il testo – sarebbero i social network in cui genitori postano le immagini dei figli”.
In prima linea nella battaglia contro gli orchi digitali c’è un prete siciliano: don Fortunato di Noto, fondatore dell’associazione Meter (www.associazionemeter.org) e da qualche mese direttore dell’Ufficio pastorale per le Fragilità della diocesi di Noto. Tale ufficio, il primo nel panorama delle diocesi italiane, ha fra i suoi compiti anche l’ascolto e l’accoglienza di chi soffre per abusi fisici e psicologici, adescamento online, situazione di cyber dipendenza o di ludopatia. Se non sono queste le periferie esistenziali del villaggio globale…