“Nemmeno con un click”. Violenza e solitudine online

"Nemmeno con un click". Violenza e solitudine online Gli schermi degli smartphone offrono continue possibilità e regalano l’ebbrezza, purtroppo non sempre illusoria, dell’impunità

Vi sarà capitato di vedere qualche sua intervista sui giornali o in televisione nei giorni scorsi, in occasione della Giornata della memoria.

Milena Santerini, infatti, è la coordinatrice del Gruppo nazionale per la lotta contro l’antisemitismo costituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la commissione voluta da Liliana Segre. Il suo primo lavoro, però, è quello di insegnare pedagogia all’Università Cattolica ed è in questa veste che, insieme a Stefano Pasta, ha curato di recente il volume Nemmeno con un click. Ragazze e odio online (Franco Angeli editore), una raccolta di diversi contributi su un tema di cui è del tutto superfluo sottolineare l’attualità.

Il libro si apre proprio con un testo della Santerini, dal titolo: Maschi e femmine in adolescenza: il corpo e la rete. Tutta la prima parte del volume è dedicata ad analizzare le culture digitali dei giovanissimi, tra simulazioni e realtà, voglia di esibizione e struggente bisogno di amicizia.

Diverse pagine sono dedicate al cosiddetto body shaming, ossia la valanga di commenti offensivi che non raramente si scatena sui social network contro chi non corrisponde ai canoni di bellezza imposti dalla società e che si riversa soprattutto nei confronti delle ragazze.

Un fenomeno che può essere devastante per chi sta affrontando le difficoltà di crescere e di cercare il proprio volto in una società dove i ruoli sono sempre meno definiti.

In questo contesto, gli schermi degli smartphone offrono continue possibilità e regalano l’ebbrezza, purtroppo non sempre illusoria, dell’impunità. L’odio, in tutte le sue forme, sembra aver trovato un habitat ideale nella Rete.

Violenze e aggressioni sono antiche quanto l’uomo, tuttavia i nuovi media non possono essere considerati solo dei meri strumenti di comunicazione.

Configurandosi come veri e propri ambienti di vita, non sono mai neutri, ma prendono la connotazione di coloro che vi abitano.

Per tali ragioni si rivela molto preziosa la seconda parte del volume, frutto di un progetto che ha coinvolto classi di studenti di Milano e Torino.

Si tratta di un’esperienza da cui gli autori ricavano indicazioni e proposte per prevenire e contrastare l’odio online.

Agli insegnanti e agli altri educatori è esplicitamente dedicata l’appendice, contenente materiali per attività didattiche.

Dalla prima all’ultima pagina, le riflessioni e gli strumenti offerti convergono verso un unico obiettivo: rendere i nostri ragazzi meno ostili fra di loro e soprattutto meno soli.