Nelle mani della tecnologia, non della fantascienza

Nelle mani della tecnologia, non della fantascienza Se c’è un capitolo in cui i bandi del Pnrr includono il rispetto dei principi etici fra i criteri e i contenuti delle ricerche è quello dell’intelligenza artificiale, specie nella compenetrazione con neuroscienze e ottimizzazione degli algoritmi

Quali sono le priorità per il futuro dell’Italia? Come ci immaginiamo il nostro domani? C’è un modo per rispondere a queste domande con sufficiente precisione ed è “seguire i soldi”, ovvero fare attenzione ai settori verso cui si concentrano i più forti investimenti.

I duecento miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono l’esempio perfetto. Sfogliando le quasi trecento pagine del documento, ci si imbatte prima di tutto nelle grandi aree di intervento, quali la transizione digitale e quella ecologica, la mobilità sostenibile e la salute. Ma è scavando nella quarta delle sei “missioni”, quella relativa all’istruzione e alla ricerca, che si colgono alcune interessanti prospettive su ciò che è ritenuto di maggior valore.

A giorni, infatti, scadranno i primi bandi del Pnrr aperti a collaborazioni tra università, aziende e centri di ricerca, per un totale di 1,6 miliardi di euro. Le tematiche ritenute promettenti per gli anni a venire sono 14 e vanno dall’intelligenza artificiale alle telecomunicazioni del futuro, passando per la medicina di precisione, la cybersecurity, le neuroscienze e le energie verdi. Non manca un’attenzione per i rischi ambientali e per il Made in Italy, ammesso che sia “circolare e sostenibile”.

Come si può ben immaginare, si tratta di una gigantesca scommessa sull’innovazione tecnologica e sulle sue promesse. Certo, nell’elenco troviamo anche la cultura umanistica e il patrimonio culturale, ben posizionati al quinto posto “come laboratori di innovazione e creatività”, ma l’impressione che sia un vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro è difficile da superare. Qualche brivido lo dà, tra l’altro, l’identificazione di fatto tra la trasmissione del patrimonio culturale ai giovani e la sua virtualizzazione “con approccio standard e ispirato alle migliori pratiche internazionali”.

Un’ulteriore curiosità? In tutto il Pnrr il termine “etico” si trova 41 volte; mai da solo però, bensì sempre all’interno di un’altra parola: l’aggettivo “energetico”.

Se c’è un capitolo, a dire il vero, in cui i bandi del Pnrr includono esplicitamente il rispetto dei principi etici fra i criteri e i contenuti delle ricerche è quello dell’intelligenza artificiale, specialmente nella sua compenetrazione con le neuroscienze e nell’ottimizzazione degli algoritmi. Il futuro della nostra società non può essere come le pagine di alcuni romanzi di fantascienza.