C’è anche la violenza digitale fra le nuove minacce alla dignità

C'è anche la violenza digitale fra le nuove minacce alla dignità Dopo cinque anni di intenso lavoro, è stato pubblicato la scorsa settimana un documento vaticano sulla “dignità infinita” della persona umana

Dopo cinque anni di intenso lavoro, è stato pubblicato la scorsa settimana un documento vaticano sulla “dignità infinita” della persona umana.

Lo firma il cardinale Victor Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, dopo aver ricevuto l’approvazione di papa Francesco al testo.

La “dichiarazione” – questo il genere letterario utilizzato – si apre richiamando le ragioni teologiche su cui si fonda la dignità umana, passando poi a elencare alcune gravi violazioni a cui essa è sottoposta nel mondo di oggi.

Fra queste, un denso capitoletto è dedicato alla “violenza digitale”. Può stupire che se ne parli accanto a temi quali la guerra, l’aborto, l’eutanasia. La meraviglia viene meno se pensiamo, come afferma il documento, che “nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo”.

È il paradosso dell’ambiente digitale che, accanto alle straordinarie opportunità di connessione tra le persone, creazione di reti sociali e informazione in tempo reale, può essere anche un territorio di solitudine, manipolazione e violenza.

Come aveva già detto papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: «nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto ed ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima. Il rispetto verso l’altro si sgretola e in tal modo, nello stesso tempo in cui lo sposto, lo ignoro e lo tengo a distanza, senza alcun pudore posso invadere la sua vita fino all’estremo ».

Internet è il mondo delle grandi promesse, ma anche delle feroci illusioni. Da sola, sono ancora parole del Papa, «la connessione digitale non è in grado di unire l’umanità ».

Abbiamo bisogno di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi e persino di profumo, tremito delle mani, pudore perché tutto questo fa parte della comunicazione umana.

Il rischio sempre in agguato è quello di entrare in contatto solo apparente con l’altro, mentre in realtà non facciamo che amplificare li nostro individualismo e narcisismo.

Se l’aggressività può trovare nei dispositivi mobili e nei computer uno spazio di diffusione senza pari, il Dicastero per la Dottrina della Fede non emette scomuniche, richiamando invece come, se lo vogliamo, «i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri… e all’impegno serio per una vita più dignitosa, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi».