Cesena
Le ultime opere di Testori al Teatro Bonci
Tanti applausi per i due lai "Erodiàs" e "Mater strangosciàs"
A Cesena le ultime opere di Giovanni Testori (1923-1993), i “lai”, le composizioni che il drammaturgo scrisse, riprendendo un termine molto antico, risalente alla fine del Medio Evo. Si trattava di composizioni elegiache, di argomento soprattutto amoroso, legate alle vicende dei romanzi bretoni.
Tra modernità e tradizione
Tre le protagoniste dei “lai” di Testori: Cleopatra, Erodiade, Maria. I testi furono scritti durante la malattia dell’autore e furono pubblicati postumi nel 1994. Primo interprete dei tre “lai” fu Sandro Lombardi, che ha trasmesso la sua esperienza ad Anna Della Rosa, che sta ricevendo numerosi premi in tutta Italia per la sua qualità di interprete.
Il passaggio di consegne fra Lombardi e Della Rosa può sembrare curioso, ma è una tradizione del teatro orientale: l’attore anziano trasmette le sue conoscenze ad un attore giovane in modo che quella particolare interpretazione non scompaia, ma prosegua il suo cammino, uguale eppure diversa. Un po’ come la nave di Teseo, che gli Ateniesi conservavano sull’acropoli: essendo fatta di legno, ogni tanto se ne doveva sostituire un pezzo, che era uguale al precedente, ma rifatto modernamente, per cui la nave era contemporaneamente nuova e antica.
Due “lai” in scena
Questa è la particolare suggestione dello spettacolo in scena al “Bonci” di Cesena martedì 5 e mercoledì 6 novembre, prima tappa di una tournée che vedrà Bologna, Correggio, Castelfranco Emilia, per arrivare fino a Milano nel 2025. Dei tre “lai” originari, Anna Della Rosa mette in scena “Erodiàs” e “Mater strangosciàs”. La particolarità è che lo spettacolo vede sul palcoscenico del teatro l’interprete e il pubblico, vicinissimi, in una continuità che rende la percezione dello spettacolo veramente fisica, oltre che mentale.
In poco più di un’ora Anna Della Rosa dà corpo, anima e voce a due personaggi diversissimi: Erodiade, innamorata di Giovanni Battista, da lui rifiutata e perciò desiderosa della sua morte, e Maria, madre straziata per la morte del suo amato figlio.
La lingua di Testori in questi drammi estremi della sua vita raggiunge vertici di espressionismo ineguagliabili: l’italiano, il lombardo, il latino, le lingue moderne, si mescolano in un calderone sorprendente, in cui la voce dell’interprete deve intonarsi come uno strumento musicale per riuscire a inseguire l’autore nella sua vertigine creatrice.
Un monologo riuscito e uno più cerebrale
Dei due “lai” eseguiti, quello dedicato a Erodiade continua ad apparirci il più riuscito: l’alternanza di ironia e tragedia, di tono, elevato e umile, il suo essere ispirato alla più antica tradizione, come rivela la scelta della forma poetica, e contemporaneamente espressione della più rivoluzionaria modernità, tutto questo raggiunge il vertice in questo monologo in cui Erodiade racconta la storia sua e di Giovanni Battista.
Il secondo monologo, più breve, di Maria che racconta al pubblico come il sacrificio di suo figlio abbia salvato l’umanità dalla morte eterna, abbia sconfitto la morte, garantito la vita perpetua a tutti, è suggestivo, ma non regge il confronto con altri lamenti di Maria sotto la croce, da quello straordinario di Jacopone da Todi a quello, umanissimo e straziato, di Dario Fo nel “Mistero buffo” fino al testo in dialetto cesenate scoperto tanti anni fa da Giovanni Maroni. Quella mistura di lingue che nel dramma di Erodiade funziona egregiamente, in quello mariano suona troppo studiata, troppo cerebrale per essere veramente emozionante.
Un plauso all’attrice Anna Della Rosa
Chi ha emozionato il pubblico è stata invece Anna Della Rosa, che è stata semplicemente eccezionale: vocalità, espressività, movimenti, persino canzoni intonate con precisione. Alla fine, mentre si replicavano gli applausi degli spettatori (posti esauriti), da dietro le quinte la protagonista è andata a prendere proprio Sandro Lombardi, che ha abbracciato l’attrice, mentre il pubblico esplodeva in un tributo a un grande del teatro italiano.