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A Borello i funerali di Marcello Fellini. Il parroco don Emilio Solis: "Marcello, un innamorato di Cristo. Grazie per quanto hai testimoniato in mezzo a noi"

Il saluto del vescovo Douglas, che ha fatto sapere di unirsi "spiritualmente nella preghiera" e ha manifestato la sua vicinanza alla famiglia

Nella foto, Marcello Fellini

"Questa celebrazione eucaristica vuole essere un rendimento di grazie per tutto il bene che il Signore ha operato per mezzo del nostro fratello Marcello". Con queste parole il parroco di Borello, don Emilio Solis, ha avviato l'omelia ai funerali di Marcello Fellini, 58 anni, deceduto sabato scorso dopo un'uscita in bicicletta (cfr notizia in "Leggi anche"). In una chiesa stracolma di gente (molti sono stati costretti a rimanere sul sagrato), con don Emilio hanno concelebrato don Gian Piero Casadei, don Marcello Palazzi, don Alessandro Manzi, don Sauro Bagnoli, don Marco Prada. Al servizio all'altare anche alcuni diaconi.

In avvio di celebrazione il celebrante ha portato il saluto del vescovo Douglas, che ha fatto sapere di unirsi "spiritualmente nella preghiera" e ha manifestato la sua vicinanza alla famiglia. Anche il vicario zonale, don Giovanni Savini, in pellegrinaggio ha fatto giungere un messaggio. "Ringrazio il Signore per il prezioso servizio a favore dei fidanzati che Marcello insieme a Cristina ha offerto e testimoniato nella nostra zona pastorale. Un forte abbraccio spirituale. Don Giovanni da Medjugorje."

"Oggi - ha proseguito il parroco - vogliamo ripetere con San Girolamo: "È un grande dolore averlo perduto, ma Ti ringraziamo, o Dio, di averlo avuto, anzi di averlo ancora, perché chi torna al Signore non esce di casa".

"Siamo certi - ha detto ancora il parroco - come credenti che come dice sant'Agostinonon si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo sempre amarli in Colui che non si può perdere”.

Quindi don Emilio ha espresso il suo sentimento di gratitudine per quanto fatto da Marcello, nella sua vita di credente. "Desidero esprimere - ha aggiunto il prete nella predica - la mia personale gratitudine, per l’attenzione, la disponibilità, la sensibilità, la premura per la nostra comunità parrocchiale, per la nostra zona pastorale, per la nostra diocesi di Cesena-Sarsina, pastorale famigliare, la sua fede, innamorato di Cristo, il suo servizio zelante e amore per la sua Chiesa. Grazie Marcello, per tutto quello che hai fatto e testimoniato in mezzo a noi".

 

"Siamo davanti alla bara - ha aggiunto don Emilio - nel silenzio, siamo richiamati all’estrema fragilità della vita terrena: una vita che viene spezzata e quasi cancellata dalla morte, all'improvviso. Ma la fede che il Signore ci ha donato, ci rivolge un richiamo alla vita che non conosce tramonto. La vita eterna è la meta che il Signore, nel suo amore, ha voluto e vuole per tutti noi e per ciascuno di noi".

La Parola di Dio che "abbiamo ascoltato - ha messo in evidenza il don - apre il nostro cuore alla speranza. Di fronte alla morte, che noi giudichiamo prematura di Marcello, ci dice che il valore di una persona non si misura dal numero degli anni, ma dalla qualità delle virtù che hanno caratterizzato la sua vita spesa nell’amore di Dio e nell‘aiuto al prossimo. La Parola di Dio è carica di speranza fondata sulla certezza che i fedeli defunti sono nella pace, che scaturisce dalla completa intimità d'amore con Dio".

La proclamazione delle beatitudini, lette nel brano di Vangelo, "sono l’inno alla gioia che si compie in Gesù e nei suoi discepoli, chiamati a partecipare al suo mistero pasquale - ha detto don Emilio -. Può sembrare strana la proclamazione delle beatitudini in una liturgia funebre. Ma esse ci dicono che Marcello, che ha seguito Gesù povero, mite e umile di cuore, misericordioso, pacificatore, puro di cuore, afflitto, affamato e assetato della giustizia, è arrivato il tempo della vita eterna, che è caratterizzata dalla gioia piena derivante dalla visione di Dio, dall'incontro con Gesù Cristo e dalla riunione degli eletti. Le beatitudini che ci presentano la vita eterna con le immagini del regno dei cieli, del banchetto, del possesso della terra promessa, vogliono essere un messaggio di consolazione fondato sulla certezza della misericordia di Dio". 

"Noi siamo tristi per la inaspettata morte di Marcello - ha concluso il celebrante - ma abbiamo la ferma speranza che egli accolto tra le braccia del Padre celeste ricco di misericordia, ha raggiunto la beatitudine promessa dal Signore ai suoi servi fedeli, e siamo sicuri per la fede nella comunione dei santi. Marcello ora partecipa alla liturgia celeste, nella quale egli esulta dal cielo, guarda e veglia, la sua cara famiglia".

Al termine della Messa, a braccio la figlia Marianna ha ringraziato tutti per la presenza, segno di quello che il babbo, col suo bel carattere e il suo modo di porsi, ha saputo seminare. 

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