Cesena
Andrea Rossi (Cambiamo): “Per un vero decentramento servono quartieri più autonomi”
“Il regolamento dei quartieri è un tema trasversale e, come tale, dovrebbe ricercare la massima condivisione possibile, anche e soprattutto con le forze di minoranza. L’amministrazione Pd, invece, come al solito, a parole invoca un metodo partecipativo ma, nei fatti, vuole fare come gli pare”.
Andrea Rossi (Lista civica Cambiamo), in una nota inviata alla stampa, fissa i punti salienti del nuovo regolamento dei quartieri, il tema più “caldo” a Palazzo Albornoz. E lo fa partendo da una premessa: “Contrariamente a ciò che si vuole far credere oggi – spiega il consigliere d’opposizione – i quartieri cesenati non sono allo sbando perché le persone che hanno lavorato negli anni scorsi in questo settore hanno messo passione e tempo. La nostra battaglia elettorale ha portato l’esigenza di tornare ad avere quartieri non più nominati dal consiglio comunale ma eletti dai cittadini, puntando ad essere il più possibile credibili, autonomi e indipendenti. Dunque, ‘cambiare tanto per cambiare’ non conviene a nessuno e, anzi, rischia di peggiorare la situazione, il cambiamento in questo caso è centrale per iniziare e mettere le basi per una nuova stagione della politica cesenate”.
Per inquadrare la questione, Rossi focalizza l’attenzione su cinque punti: “Il primo è quello relativo alla cosiddetta ‘lista unica’, ovvero anziché avere ogni partito la sua lista, a noi sarebbe piaciuto un ‘listone’ unico senza colori politici. I quartieri infatti, secondo noi, dovrebbero essere gestiti con logiche più civiche e non certo governati con le tessere di partito. Cercheremo, nelle sedi opportune, di far valere le ragioni di questo punto, ma già sappiamo che il sistema partitico, troppo ancorato a certi schemi, ben difficilmente accetterà”.
Per Rossi il secondo dei punti è quello relativo alla sicurezza: “Già in campagna elettorale – spiega – abbiamo più volte invocato un maggiore presidio delle frazioni che non può essere delegato soltanto al controllo di vicinato ma che dev’essere garantito, in primis, dalla Polizia locale: il famoso Agente di prossimità. In questo senso, il nuovo regolamento potrebbe contribuire a cambiare le cose, dotando le frazioni di un controllo più strutturato e diretto”.
Il terzo punto è quello dei maggiori servizi: “Serve un decentramento più convinto – prosegue Rossi – rilanciando progetti radicali come ‘Il Comune sotto casa’, i punti di ascolto dedicati agli anziani, le biblioteche di quartiere e tutto quel campionario di innovazioni finalizzate a rilanciare il senso di comunità e a rianimare i cosiddetti quartieri dormitorio”.
Rossi invoca anche un budget più alto a disposizione delle frazioni cesenati “che – dice – deve essere gestito direttamente dai consigli di quartieri e che non può sempre dipendere, anche per le piccole cose, dalla burocrazia degli uffici comunali. Dare più potere di spesa ai quartieri vorrebbe dire accorciare i tempi di intervento dell’ente pubblico e sgravarlo di molti compiti legati, ad esempio, alle piccole manutenzioni”.
Quinto punto è un dialogo più serrato con l’amministrazione pubblica: “In campagna elettorale – ricorda Rossi – avevamo parlato di fare ogni quadrimestre almeno un consiglio comunale con un punto dedicato alle istanze dei quartieri che, in quell’occasione, avrebbero potuto illustrare le loro proposte o formulare le loro obiezioni. E, nello stesso tempo, avevamo previsto che, almeno un paio di volte l’anno, le riunioni di Giunta si svolgessero nelle sedi delle frazioni per dare modo a tutti i cittadini di seguire dal vivo i lavori e interagire direttamente”. Secondo Rossi “solo in questo modo si attuerebbe un vero decentramento amministrativo, molto più efficace – aggiunge – delle solite formule partecipative proposte dal Pd che, a conti fatti, nulla cambierebbero rispetto allo scenario attuale”.