Cesena
Cesena ospita il 75esimo convegno di Studi Romagnoli
Il 75° Convegno di Studi Romagnoli torna a Cesena per l’undicesima volta, dopo quelli svolti nel 1950, 1954, 1965, 1979, 1985, 1989, 1999, 2009, 2015 e 2019: una lunga fedeltà dovuta al fatto che a Cesena la società fu fondata e che i fondatori – con in testa il sindaco, il vescovo, Augusto Campana, Cino Pedrelli, Biagio Dradi Maraldi – ne vollero stabilire la sede proprio nella Biblioteca Malatestiana, ‘cuore’ culturale di Cesena.
L’appuntamento è per sabato 12 ottobre, alle 9,30, nell’aula magna della Malatestiana. In apertura, saluto della presidente della Società di studi Romagnoli Alessia Morigi, del sindaco Enzo Lattuca, dell’assessore al Bilancio e alla Cultura Camillo Acerbi e del presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena Luca Lorenzi. I lavori proseguiranno nel pomeriggio alle 15,30. Sono previste dieci relazioni, su argomenti che rientrano tra le linee di intervento del Comune e con ampio spazio dedicato all’archeologia (i nuovi ritrovamenti, gli scavi sul Garampo e all’Osservanza), alla nuova Pinacoteca della città, a inediti esiti di ricerche archivistiche e a problematiche geografiche connesse al fiume Savio e quanto mai attuali.
Il programma del convegno, promosso dal Comune insieme alla Malatestiana e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, in collaborazione con l’Università di Parma e il Programma Sfera, Spazi e forme dell’Emilia Romagna antica, è reperibile sul sito: www.societastudiromagnoli.it.
Dal 1949, ininterrottamente, la Società di Studi Romagnoli promuove annuali convegni: un appuntamento molto atteso dall’amministrazione comunale ospitante per l’opportunità di focalizzare attenzione, ricerca e studio su temi, città, territorio e protagonisti ignoti, ignorati o riscoperti.
La Società di Studi Romagnoli ha come scopo principale quello di «promuovere con spirito scientifico gli studi di argomento romagnolo». L’anno di nascita è molto significativo e cruciale: quando le ferite belliche erano ancora fresche, le menti migliori compresero che la ricostruzione passava anche dalla cultura. Da allora Studi Romagnoli rimane fedele alla sua vocazione: con il sostegno e l’aiuto di soci, Comuni e realtà varie continua a indagare e studiare un territorio ricchissimo di storia, arte e cultura qual è la Romagna, alla quale ha dedicato, in settantacinque anni di attività, duecento volumi di studi e ricerche.