Cesena
Intervista ad Andrea Rossi, centrodestra
Andrea Rossi nato a Cesena nel 1967.Dopo la Maturità Scientifica presso il Liceo Scientifico Righi di Cesena, ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Bologna.Stato civile: celibePadre di tre figli: Caterina, Filippo e FedericoPassioni: lo sport, in particolare calcio a cinque e sport da spiaggia
Vi siete dati come nome “Cambiamo”. A cominciare da cosa?
L’obiettivo è creare un serio progetto di alternanza per dimostrare che il sistema di potere attuale non sta facendo il bene di Cesena e dare un nuovo slancio di idee e progetti alla nostra città. L’alternanza, lo ripeto da mesi, è il sale della democrazia: dopo quasi mezzo secolo sarebbe un toccasana per la città, ma anche per questa sinistra arrogante e confusa che ormai interpreta la politica come un mestiere e non come un servizio.
Una coalizione con spinte anche opposte, mi pare di intuire. Riuscite a coabitare? Non è la Lega che fa la voce del padrone?
In effetti è una coalizione eterogenea, con tante anime e percorsi politici differenti, ma fino ad oggi c’è stata totale sintonia. E non solo di facciata. Cesena è sempre stata abituata ad un centro-destra frazionato e litigioso, stavolta però è diverso perché l’alleanza non è elettorale, ma programmatica: per questo motivo, abbiamo allargato la coalizione anche ad altre componenti rispetto al passato, segno che sono i contenuti e non lo schieramento a tenerci uniti. Abbiamo lavorato sui punti del programma in totale armonia nel rispetto reciproco delle diversità e senza alcuna imposizione. Chi farà la voce del padrone all’interno della coalizione lo decideranno, in primis, gli elettori.
Leggo nel programma, praticamente come primo punto “una città più sicura”. Ritiene che sia l’urgenza maggiore per il nostro territorio?
Nel nostro programma trattiamo con concretezza tanti altri temi, ma la gente oggi chiede e pretende soprattutto sicurezza. Il Pd, per non ammettere la propria evidente incapacità su questo argomento, ha sempre sottovalutato il problema, col risultato che oggi molte zone della città sono in mano a spacciatori e sbandati. L’esempio della stazione è emblematico: come si è potuta permettere, in questi anni, un’escalation così aggressiva della micro-criminalità in un’area a pochi passi dalle scuole dei nostri figli? In centro così come in periferia sono tantissimi gli esercenti ed i commercianti che, in questi anni, hanno subito almeno un furto. A questi cittadini che chiedono solo di essere protetti, il Pd non ha mai saputo dare una risposta concreta.
Quartieri e frazioni che peso devono avere? Ci sono le risorse necessarie per valorizzare i piccoli centri?
“Il peso delle frazioni dev’essere esattamente lo stesso del centro storico, su questo non ci devono essere fraintendimenti. Noi abbiamo mappato tutti i dodici quartieri, circoscrivendo per ognuno di loro progetti, aspettative e necessità. Per rivitalizzare molte zone periferiche ci affideremo alle biblioteche di quartiere perché la cultura può essere un elemento fortemente aggregativo. Inoltre, attueremo il progetto ‘il Comune sotto casa’, decentrando molti servizi nelle frazioni. L’obiettivo è portare nei dodici quartieri di Cesena, in edifici comunali, almeno sei sportelli decentrati del Comune.
Città a misura di famiglia e di a misura di animali. Non trova una contraddizione in questo? È possibile attuare il “quoziente famiglia”. Cosa può fare un Comune?
Nessuna contraddizione, in una città a misura di famiglia nella quale, come dice nella “Laudato si’” papa Francesco, “si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita”, è fondamentale il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature. Nella famiglia si impara il valore del rispetto, dell’affetto e della ammirazione anche per gli animali. L’uomo e l’animale possono non solo co-esistere, ma anche instaurare una relazione costruttiva all’interno della Casa comune.
Il “quoziente famiglia” è un altro dei tanti temi rimasti senza una vera applicazione nei dieci anni di mandato Lucchi e questo ci fa pensare che, anche con Lattuca, le cose non migliorerebbero. Per noi la famiglia è importante, e questo lo pensano sia i cattolici che i laici presenti nella nostra coalizione. Aiutarla, quindi, con misure ad hoc che tengano conto delle specificità e dei bisogni ci pare assolutamente necessario. Se la famiglia trova un ambiente favorevole è tutto il tessuto sociale a beneficiarne.
Un capitolo del vostro programma è intitolato una città bella. Cesena è brutta? Il centro città ha ripreso molto brio negli ultimi tempi, con piazza del Popolo che pare rinata. Che fare di più, quindi?
E’ innegabile che il tessuto commerciale del centro storico abbia pagato a caro prezzo le politiche dissennate del Pd. Basta contare i negozi che, in questi anni, hanno abbassato la saracinesca per capire che aria tira. Cesena non è bella, è bellissima, ma proprio per questo va tutelata e accompagnata diligentemente verso uno sviluppo virtuoso e sostenibile. A volte in questa città ci si accontenta, e non si colgono le reali potenzialità di un territorio che potrebbe diventare un vero punto di riferimento in regione.
E, per noi, le potenzialità sono legate anche alla cultura. La cultura è ciò che rende veramente bella la nostra città e ci duole constatare come in questi anni questa bellezza sia stata nascosta, sottovalutata, talvolta addirittura mortificata.
Ecco perché noi puntiamo sulla Malatestiana come locomotiva della cultura. La cultura genera lavoro, benessere, bellezza. Mettiamola a sistema.
Turismo e mobilità sostenibile. Da oltre due anni portiamo avanti una campagna denominata “Natura spettacolo” viste le bellezze che ogni anno la primavera ci riserva. Con l’enogastronomia e la storia e la cultura del territorio si potrebbero realizzare percorsi turistici?
La vostra campagna “Natura spettacolo” è assolutamente condivisibile perché valorizza alcuni aspetti di questa città che, talvolta, passano quasi inosservati. Il problema è che, negli anni passati, in pochi hanno creduto nella bellezza di questa città e ancora oggi, parlando di turismo, lo stesso Lattuca sostiene che Cesena, da sola, non possa avere alcun appeal. Certo serve una strategia di marketing e comunicazione in grado di promuovere in maniera più efficace i singoli beni del nostro patrimonio cittadino e occorre cristallizzare un percorso culturale coerente in grado di mettere in rete tutti i tesori della città ed arrivare ad una proposta turistica più organica e strutturata. E in questo masterplan della vacanza l’enogastronomia, per ragioni storiche, non può non essere un asset fondamentale”.
Infine la sanità Lo facciamo o no questo nuovo ospedale? Oppure è inutile?
Prima di parlare di ospedale sarà importante riportare i rapporti tra Comune e Ausl sui binari dell’equilibrio e della trasparenza perché, in questi ultimi anni, Cesena ha pagato a caro prezzo la sudditanza nei confronti di Bologna e della direzione dell’Ausl. Cesena, che è il comune capo-comprensorio ed ha il sindaco presidente della Conferenza Territoriale socio-sanitaria deve poter incidere di più sulle decisioni legate alla sanità. Per quanto riguarda il nuovo ospedale, non posso essere contrario perché il Bufalini è l’ospedale romagnolo più vecchio e dotare la città di un nuovo, moderno presidio ospedaliero non è uno di quei progetti che può essere osteggiato solo perché l’ha proposto il Pd. Il problema è che ci è stato presentato un progetto con indicati i costi e il luogo in cui sorgerà, ma non sappiamo assolutamente nulla sui servizi che verranno garantiti. Quindi, conosciamo il contenitore ma non i contenuti.
Quanto al Bufalini, non abbasseremo la guardia sui problemi attuali.
Se domani diventasse sindaco, come primo provvedimento quale adotterebbe?
Sono talmente tante le cose da fare che ci sarebbe l’imbarazzo della scelta! Credo che mi adopererei da subito per ristabilire il rapporto con i cittadini, praticamente cancellato negli ultimi dieci anni: trasparenza, ascolto, informazione e meccanismi di controllo. Un deciso segnale di cambiamento.