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LUTTO

L'ultimo saluto a Elena Montalti, "ora sulle montagne più alte, più belle e luminose del cielo"

Chiesa di Calabrina gremita per i funerali dell'infermiera 39enne morta in escursione sul vicentino. Il parroco: "Sulla terra siamo solo di passaggio". Un soccorritore: "Era una persona del dare"

La benedizione della bara

Ultimo commosso saluto, oggi pomeriggio, a Elena Montalti, la 39enne, infermiera al "Bufalini", morta domenica scorsa in un dirupo a Rotzo, sulle montagne del vicentino, a seguito di un'escursione con il suo cane Alex. Quelle montagne che erano la sua grande passione e dove svolgeva attività di volontariato (vedi sezione "Leggi anche").

Gremita la chiesa di Calabrina, dove si è tenuta la cerimonia funebre, molto sobria, presieduta dal parroco padre Joseph Mubenga. Con lui all'altare il parroco di San Giacomo di Cesenatico don Gian Piero Casadei. Fra i presenti che si stringono attorno al babbo Nazario, alla mamma Anna, anch'essi sanitari, e al fratello Paolo, ci sono tanti rappresentanti del mondo del volontariato di cui Elena faceva parte: la Protezione civile con l'unità cinofila, il Soccorso alpino e speleologico e la Misericordia Valle del Savio

"Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore", la prima lettura dalla Lettera di san Paolo ai Romani. Nel Vangelo di Giovanni risuonano le parole di Gesù: "Vado a prepararvi un posto".

"La vita non è nostra, viene da Dio, è prestata a ognuno di noi - dice padre Joseph all'omelia -. Apparteniamo al Signore, la nostra vita è sua". Nella morte, prosegue il sacerdote, "la vita non è tolta ma trasformata. Mentre perdiamo il contatto con la terra, si apre una strada per il Cielo. Sulla terra siamo di passaggio, siamo come a "fare una passeggiatina". La vita può durare poco, come per la nostra sorella Elena, oppure arrivare a cent'anni, ma dobbiamo essere consapevoli che siamo cittadini del cielo. Sulla terra siamo stranieri. Dobbiamo sempre vivere con questa coscienza. Il Signore vuole che viviamo la nostra vita sulla terra in comunione con lui, che ci aspetta in cielo".

Da padre Joseph anche una preghiera per la famiglia di Elena: "In questo tempo di prova e di dolore il Signore sia per loro conforto e sostegno".

Al termine della celebrazione, prende la parola un rappresentante del Soccorso alpino e speleologico per esprimere vicinanza ai familiari e leggere un messaggio del sindaco di Rotzo: "Elena amava la montagna e questo ci rende spiritualmente fratelli. La pensiamo ora sulle montagne più alte, più belle e luminose del cielo. Le dedichiamo una stella alpina raccolta dove lei è voluta andare per rallegrare il suo cuore e per gustare la bellezza e la poesia dei monti".

"Venerdì sera - conclude il volontario - Elena aveva fatto la notte all'ospedale. Sabato avevamo assistenza come Soccorso alpino. Lei ha deciso di non riposarsi, ma di unirsi a noi per dare una mano a chi si fosse trovato in difficoltà. Elena era una persona del dare".

Chiesa gremita e in tanti sul sagrato della chiesa di Calabrina

Chiesa gremita e in tanti sul sagrato della chiesa di Calabrina

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L'ultimo saluto a Elena Montalti, "ora sulle montagne più alte, più belle e luminose del cielo"
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