Cesena
Marco Giangrandi candidato sindaco: “Un nuovo progetto per la città di domani”
«Tornare a mettere al centro il cittadino riprogettando la città del futuro». È il centro del programma di Marco Giangrandi, classe 1975, imprenditore nel settore della “Information technology”. Il terzo candidato a sindaco per Cesena, dopo Enzo Lattuca (centrosinistra) e Marco Casali (centrodestra), si è presentato alla stampa e ai tanti simpatizzanti questa mattina nella sede di Confartigianato Cesena.
Giangrandi, molto attivo in città soprattutto sulle tematiche del centro storico e la cura del territorio, membro da dieci anni in Cesena siamo noi, ha evidenziato il «nuovo progetto politico trasversale» appena nato. «Ci siamo presentati alle elezioni due volte da soli – ha detto -. Oggi siamo tre soggetti coalizzati, ciascuno con la propria identità, ma con visioni simili, per presentare il progetto migliore per la città». Assieme a Cesena siamo noi ci sono la lista civica Cambiamo, che alla scorsa tornata elettorale aveva proposto assieme al centro destra la candidatura di Andrea Rossi, e Italia Viva, il partito centrista di Matteo Renzi.
«In un quadro politico sempre più polarizzato – ha proseguito Giangrandi – con destra e sinistra arroccate sulle proprie posizioni in una guerra di trincea disarmante per il cittadino, presentiamo un progetto che mette da parte gli ideologismi e pone al centro il cittadino. Serve un cambio di passo. L’amministrazione “day by day” della città la fanno i dirigenti comunali. I politici devono progettare con coraggio la città di domani, non ragionare sul mandato».
Per il candidato «i giovani non partecipano alla cosa pubblica perché non si sentono coinvolti. Servono investimenti per il futuro. A Cesena non si investe in cultura, in cura e sviluppo del territorio. Un buon amministratore deve pensare alle generazioni future, anche senza ritorni immediati».
Andrea Rossi di Cambiamo ha spiegato che il «progetto parte da lontano. Ci siamo combattuti ma sempre stimati. Stiamo costruendo una nuova casa dove le diverse sensibilità sono un valore aggiunto, mentre nei partiti si cerca di azzerarle». Rossi ha anche affermato di vedere nella nuova alleanza «competenza e credibilità», lanciando la proposta di un «laboratorio di idee» per la città.
Tommaso Pirini, presidente provinciale di Italia Viva, ha sottolineato che il partito di Renzi, sul territorio, «non è schierato a priori, ma appoggia singoli progetti». Per Pirini, «se il terzo polo non è più possibile a livello nazionale, cerchiamo di costruirlo dal basso, partendo da Cesena». Presente, di Italia Viva, anche Maria Laura Moretti, secondo la quale «serve una politica diversa, quella del saper essere e del poter fare».
«Cambiamo si trova bene in questo progetto e Marco Giangrandi è in grado di rappresentarne la ricchezza», ha detto Luigi Di Placido, che ha anche lanciato tre punti programmatici: piano strategico per la città, terreno fertile per le imprese e idea di sicurezza non ideologizzata.
L’architetto Denis Parise, di Cesena siamo noi, si è soffermato su temi a lui cari: piano del verde pubblico, Piano urbanistico generale e via Emilia bis. Dello stesso gruppo sono intervenute Vania Santi e Raffaella Pirini che hanno criticato la gestione della cultura a Cesena negli ultimi anni: «Non sono mancati i fondi pubblici, ma i progetti di qualità». Nel mirino la «destrutturazione della Biblioteca Malatestiana», la «disintegrazione del Centro cinema» e il poco ascolto alle associazioni culturali del territorio.
Al termine della lunga presentazione, spazio alle domande di pubblico e giornalisti. «Siamo fortemente convinti di arrivare al ballottaggio – ha risposto Giangrandi a un quesito specifico -. Cinque anni fa i candidati erano sette, ora dovrebbero essere tre: non è fantapolitica». Il candidato non si è però sbottonato sulle eventuali alleanze al secondo turno, ribadendo la terzietà della nuova formazione rispetto ai due schieramenti politici.
Si è parlato anche di defezioni: quelle di Vittorio Valletta da Cesena siamo noi e di Enrico Castagnoli da Cambiamo. «Devo a Valletta se sono entrato all’interno di questa compagine civica – ha detto Giangrandi -. È un valore aggiunto per la città. Per lui le porte sono sempre aperte». Su Castagnoli è intervenuto invece l’ormai ex compagno di viaggio Rossi: «Ho grande stima per lui. Abbiamo fatto scelte diverse. In questo progetto, slegato dalla polarizzazione politica, mi sento più libero».