Una mozione per chiedere un Piano antenne

Basta con il “far west” delle antenne a Cesena. A chiederlo è il gruppo consiliare Cesena Siamo Noi che nel prossimo Consiglio comunale presenterà una mozione per chiedere un Piano antenne di telefonica mobile in città. “La localizzazione della antenne viene scelta dalle compagnie telefoniche in base alla loro convenienza e senza il minimo controllo dell’Amministrazione comunale – afferma il consigliere Denis Parise -. Capita spesso che in molte zone della città, senza preavviso e all’oscuro di tutto, i cittadini vedano nascere antenne a poca distanza da dove abitano. Capiterà così anche a Case Scuola Vecchia, borgata già penalizzata dalla presenza di infrastrutture molto impattanti: E45, ferrovia, uscita Secante”. Nei mesi scorsi si erano levate le proteste anche dei residenti di via Malalardo, dove lungo il percorso naturalistico sono spuntate tre antenne nell’arco di poche centinaia di metri di distanza.

“È sufficiente che un cittadino dia il benestare per la posta del ripetitore sul suo terreno o sul suo edificio, senza preoccuparsi del danno che arrecherà alla zona sia sotto il profilo della salute, dell’impatto visivo e del conseguente deprezzamento del valore dei fabbricati, ma pensando esclusivamente ai propri interessi economici: i canoni annui percepiti sono infatti cospicui – spiega Parise -. Una volta acquisito il parere Arpae, che effettua una verifica dell’impatto sull’habitat esterno e che solitamente è favorevole, l’azienda richiedente può procedere all’installazione”. Cesena Sìamo Noi chiede dunque all’Amministrazione di intervenire, come hanno fatto altri Comuni, “adottando un Piano di localizzazione antenne con il relativo regolamento, che preveda anche il coinvolgimento dei cittadini”, conclude Denis Parise.

Va detto che i Comuni sono costretti a muoversi tra le maglie strettissime che la normativa nazionale concede loro. L’installazione di nuove stazioni radio base è disciplinata dal Codice delle telecomunicazioni elettriche, che le equipara a opere di urbanizzazione primaria e di interesse pubblico. E la giurisprudenza ha evidenziato come non sia necessario un idoneo permesso di costruire, poiché vi è la subordinazione a un’autorizzazione unica, che considera tutti gli enti coinvolti dall’emissione di pareri. Per tutelare la salute pubblica, le leggi regionali (Lr 30/2000) precludono la possibilità di nuove installazione solo in prossimità di luoghi sensibili, come sedi sanitarie o scolastiche. A livello nazionale i Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territorio degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, ma esclude la possibilità da parte loro di introdurre limitazioni alla localizzazione generalizzata sul territorio.