Don Derno e don Giorgio dal Venezuela: “Qua è arrivata anche la malaria e non abbiamo medicine”

Dopo la celebrazione della Domenica delle Palme di ieri, ci hanno scritto i due sacerdoti diocesani fidei donum, don Derno Giorgetti e don Giorgio Bissoni, dalla missione diocesana in Venezuela, nella diocesi di Carupano e nella parrocchia di Playa grande. Ecco le loro brevi ma drammatiche riflessioni.

Pasqua 2018. Tutto è un calvariola vita del venezuelano diventa sempre più difficile, complicata, martoriata, aperta all’incognito. Ma cosa fanno i venezuelani tutto il giorno? In fila, pigiati come le sardine, spinti in avanti o seduti sui marciapiedi fin dalla sera prima, guardinghi per non perdere il posto. Chi sono? Tutti vanno in banca, specialmente i pensionati. Finalmente arrivano allo sportello, al cassiere dicono: “Io, è il terzo giorno che vengo”. Un altro con più rabbia: “Io, sono tre mesi che non ricevo la pensione”, ma la risposta è sempre la stessa per tutti: “La banca non ha soldi, venite domani”. Con che risultati? Non ci sono soldi in contanti, e tutto quello che non paghi in contanti costa esattamente il doppio. Poi i soliti problemi dell’acqua, delle fogne, della luce.

Il 28 febbraio, che giorno triste qui da noi. La polizia, di fronte alla nostra chiesa, durante la Messa, ha sparato sulla gente che manifestava pacificamente: c’è scappato il morto. Altro problema, altre file: il trasporto, gli autobus che non ci sono, le tariffe elevate, gli spiccioli che mancano; la gente aspetta ore e ore prima di andare al lavoro o prima di tornare a casa. Ma non vi abbiamo ancora raccontato l’ultima sofferenza che ha mietuto già decine e decine di vittime: la malaria. Playa Grande ne è il centro Una situazione drammatica perchè non ci sono  medicine. Le giovani coppie, quando possono, se ne vanno all’ estero. Spiragli politici? Nessuno. Eppure… Cristo è Risorto e ci dà la forza per andare avanti.