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Governo Draghi, la Papa Giovanni XXIII chiede un “ministero della Pace”

Giovanni Paolo Ramonda, presidente della comunità fondata da don Oreste Benzi, ha scritto una lettera aperta a Mario Draghi, presidente incaricato alla formazione del nuovo Governo

Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII

Giovanni Paolo Ramonda, presidente della comunità fondata da don Oreste Benzi, ha scritto una lettera aperta a Mario Draghi, presidente incaricato alla formazione del nuovo Governo.

Dopo una serie di complimenti e convenevoli, Ramonda sottopone a Draghi una serie di riflessioni frutto dell’esperienza maturata in tanti anni dalla Papa Giovanni XXIII.

“Riteniamo doveroso chiederle, se lo riterrà, di porre nell’agenda politica del governo che si è impegnato a formare una sostanziale attenzione alla Pace, attraverso l’istituzione del Ministero della Pace. Riteniamo che possa, oltre che garantire una rinnovata stabilità al Governo che si appresta a formare, promuovere un piano di sviluppo e ricomposizione dei conflitti. La Pace va sostenuta, curata, pianificata e organizzata. Dal livello locale e quotidiano fino a quello nazionale e dell’ordine mondiale. La nonviolenza può “diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme”, come in altri termini già sostenuto anche da Papa Francesco”.

Forte dell’ampia esperienza maturata dalla parte dei difensori dei diritti umani nonviolenti, degli educatori alla Pace, di chi lavora per un’economia disarmata, la Comunità incalza il Governo in formazione: “L’esperienza strategica degli artigiani di Pace deve divenire patrimonio per una politica del bene comune. Lo Stato ha bisogno di istituzioni in grado di creare Pace e sostenere i gruppi e gli organi della società che quotidianamente costruiscono Pace attraverso un costante impegno per la promozione e la protezione delle libertà fondamentali e dei diritti umani internazionalmente riconosciuti”.

Uno sforzo che non sottrarrebbe risorse alla lotta alla pandemia in atto. Al contrario, potrebbe agevolarne il superamento, grazie alla ricomposizione del tessuto sociale:“L’istituzione di un ministero della Pace – conclude Ramonda – risponde anche a precise esigenze di giustizia sociale quanto mai attuali e fortemente amplificate dalla pandemia. Solo costruendo giorno dopo giorno la Pace si genera un tessuto sociale positivo, in grado di superare le forze disgreganti, i populismi e le crisi, di reagire alle spinte violente che scaturiscono dai conflitti sociali ed economici e dalle tensioni delle periferie dell’emarginazione e di affermare il valore sommo della dignità umana, della eguale dignità di tutti gli esseri umani”.

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