La Federazione italiana scuole materne a congresso a Roma

Sono passati vent’anni dalla Legge 62 del 2000, che sanciva  inequivocabilmente la parità fra scuola statale e scuola paritaria, ma quella che già l’allora ministro Giovanni Berlinguer definiva una “riforma incompiuta”, resta tale: quantomeno sotto l’aspetto economico e nonostante un’offerta educativa apprezzata. Una situazione che permane pure dopo l’approvazione della legge 107/2015, quella della “Buona Scuola” che ha tenuto ancora in poca considerazione la pluralità degli operatori scolastici del nostro Paese.

Insomma: “Uguali doveri, diritti diversi”. Questo il titolo del  Congresso nazionale della Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne a Congresso a Roma dal 13 al 16 novembre, pronta ad alzare la voce chiedendo “a quando un’effettiva parità?”

Il quadro è chiaro, ci sono elementi che non si possono ignorare – il calo demografico, la situazione di moltissime famiglie attanagliate dalla crisi, le amministrazioni comunali vincolate ai patti di stabilità, le difficoltà che non risparmiano fondazioni o congregazioni religiose, ma la nostra volontà è quella di mantenere le nostre scuole aperte a tutti, perché sono realtà che vogliono includere… Però quello delle rette è un tema serio. E l’intervento dello Stato per le sue scuole e quelle definite paritarie, molte gestite da realtà religiose, ma pure comunali, è discriminatorio”, afferma il segretario nazionale della Fism Luigi Morgano.

Ed aggiunge: “Vediamo qualche cifra, senza ignorare poi versamenti fatti in ritardo con costi burocratici assurdi. Lo Stato versa poco più di 290 milioni per le nostre scuole frequentate da 450mila bambini per circa 220 giorni all’anno, fanno più o meno 2 euro al giorno, come si può definirlo un sostegno adeguato?  La distanza fra il costo del bambino nella scuola dell’infanzia statale e nella paritaria fa riflettere: supera di 6.000 nella prima, mentre l’entità di contributo è di meno di 500 euro nella seconda”. 

Concludendo: “Si aggiunga che resiste nell’opinione pubblica la percezione che ritiene quella statale l’unica legittima destinataria del sostegno centrale, e qui c’è l’eredità di un’ideologia che a lungo ha combattuto un pluralismo. Confidiamo che a quarantacinque anni dalla nascita della FISM cambi qualcosa per queste 9.000 realtà educative e di istruzione (tra scuole dell’infanzia, sezioni primavera, nidi e micro-nidi) e 40.000 persone che ci lavorano con passione nel segno di un primato: quello del bambino, della fascia 0-6 anni, di bimbi destinati a vivere pienamente la loro umanità attraverso un percorso educativo integrale”.

Tornando all’imminente Congresso nazionale, il dodicesimo per la Fism, mercoledì 13 novembre i delegati parteciperanno all’Udienza con Papa Francesco, mentre nel pomeriggio si terrà l’ apertura, con gli adempimenti congressuali e una sessione straordinaria dedicata alla presentazione, discussione e votazione del nuovo Statuto. 

Giovedì 14 novembre avrà quindi avvio la sessione ordinaria del Congresso, con i saluti della presidente Biancamaria Girardi e del segretario nazionale Luigi Morgano. Prima della sua relazione congressuale, sono previsti gli interventi della viceministra all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca Anna Ascani, (“Scuole dell’infanzia paritarie no profit: è tempo di soluzioni”), e della sottosegretaria Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Francesca Puglisi (“Legge Zero-Sei, azioni di inclusione e Terzo Settore”), del direttore del quotidiano “Avvenire” Marco Tarquinio (“Per una scuola davvero di tutti e per tutti”). 

Venerdì 15 novembre proseguirà il dibattito congressuale. In programma anche gli interventi del vescovo monsignor Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica (“Il patto educativo”) e di Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università (“La Chiesa per la libertà di scelta educativa”). 

Sabato 16 novembre il proseguimento delle operazioni congressuali, con la proclamazione dei risultati delle votazioni e il saluto del presidente nazionale. Recentemente la Fism è entrata a far parte della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa per richiamare la dovuta attenzione alle questioni educative da parte di tutte le istituzioni, in un contesto culturale europeo purtroppo assai frammentato e disorientato.